Come abbiamo già avuto modo di comunicare, la Carta docente quest’anno porta con sè molte polemiche, che interessano soprattutto il personale precario.
Il 14 ottobre scorso, ricordiamo, sono state riaperte le funzioni con il borsellino di 500 euro per i docenti di ruolo e per chi ha ottenuto una sentenza passata in giudicato.
I docenti precari hanno però ricevuto un’amara sorpresa, in quanto non solo non è stata confermata la norma che estendeva il riconoscimento della carta anche i docenti con incarico al 31 agosto (cd. Decreto Infrazioni) , ma sono state anche azzerate le somme non spese entro il 31 agosto 2024.
Per questa ragione, la FLC CGIL ha scritto una lettera al Ministero, per denunciare la mancata attribuzione dei residui, avvenuta senza che agli interessati fosse dato alcun preavviso, e chiedendo la riattribuzione delle somme.
Questo il testo della comunicazione:
La scrivente organizzazione sindacale del Comparto Istruzione-Ricerca è venuta a conoscenza che ai docenti precari con incarico al 31 agosto nell’anno scolastico 2023/2024, non sono state attribuite le risorse relative alla Carta del Docente non spese nel suddetto anno.
Tali risorse residue non sono state riconosciute neppure ai docenti con contratto a tempo determinato finalizzato all’immissione in ruolo.
L’art. 6 del D.P.C.M. del 28 giugno 2016 stabilisce chiaramente che le somme non spese entro la fine dell’anno scolastico devono essere rese disponibili per l’anno successivo; il Decreto Legge 13 giugno 2023 n.69, estendendo ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile per l’anno 2023 il riconoscimento della Carta del docente, non prevede alcuna disposizione difforme per i docenti precari.
La sottrazione degli importi residui, inoltre, è avvenuta senza che agli interessati fosse dato alcun preavviso.
La scrivente organizzazione sindacale chiede pertanto di ripristinare le funzioni per il riconoscimento di tali somme, al fine di evitare un’ulteriore palese disparità ai danni dei docenti precari oltre che una diffusa azione vertenziale da parte di tutti gli interessati.
Tale intervento risulta essere ulteriormente necessario alla luce del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia da parte della Commissione Europea per l’utilizzo abusivo e reiterato dei contratti a tempo determinato e per le condizioni di lavoro discriminatorie previste dal sistema scolastico italiano.
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