La Carta elettronica da 500 euro spetta anche ai docenti precari, adesso lo conferma anche la Corte di Giustizia europea.
Dopo la recente sentenza con cui il Consiglio di Stato aveva aperto alla possibilità per i docenti precari (di religione cattolica) di ottenere anch’essi, come tutto il restante personale di ruolo, la c.d. Carta elettronica del valore di 500 euro annui, cui era seguita una pronuncia del Tribunale di Torino del 24 marzo scorso, adesso il principio è stato sancito, con valenza certamente più rilevante, da parte della Corte di Giustizia Europea.
Prima ancora che si pronunciasse il Consiglio di Stato sui precari di religione cattolica, con ordinanza del 16 luglio 2021 il Tribunale di Vercelli aveva chiesto alla Corte di Giustizia di pronunciarsi circa la compatibilità con la normativa comunitaria della disposizione di cui all’art. 1, comma 121, della legge n. 107/2015, che esclude espressamente il riconoscimento e il pagamento di una determinata retribuzione aggiuntiva di 500 euro a favore del personale docente del Ministero dell’istruzione assunto a tempo determinato, in quanto tale retribuzione aggiuntiva costituirebbe una retribuzione per la formazione e aggiornamento del solo personale assunto con un contratto a tempo indeterminato.
Con ordinanza depositata lo scorso 18 maggio, di cui si è in attesa di deposito del testo integrale, la VI sezione della Corte di Giustizia ha evidenziato che la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Direttiva 1999/70/CE, deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’Istruzione, e non anche al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di €500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti.
Sicuramente il Ministero non aprirà spontaneamente le casse erogando anche ai precari la Carta elettronica, a maggior ragione se per il futuro è già prevista una riduzione del 50% del suo importo, pertanto si attendono migliaia di azioni legali da parte dei docenti precari per rivendicare il diritto alla corresponsione della Carta docenti per tutti gli anni di servizio prestati con contratto a tempo determinato.
Nei limiti della prescrizione quinquennale, tutti i docenti che hanno prestato servizio con contratto a tempo determinato (incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche) negli ultimi cinque anni hanno la possibilità di rivolgersi al giudice del lavoro, per rivendicare la corresponsione del bonus di 500 euro annui.
In una nota, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, riferendosi al caso di accoltellamento…
In Sicilia su 1.439 scuole primarie (quelle che erano chiamate elementari) solo 299 sono dotate…
Importante incontro sulla mobilità 2025-2028, quello previsto per il prossimo mercoledì 6 novembre al Ministero…
Il 29 maggio 2024, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato i decreti n.…
La Legge di bilancio 2025 approvata dal Governo contiene disposizioni apprezzabili, come l’innalzamento della soglia…
Si discute molto di educazione alla pace, ma nelle ultime settimane la cronaca ha fatto…