A chiederselo sono proprio gli educatori, che per il terzo anno consecutivo rimangono a “bocca” asciutta.
I GIUDICI DICONO CHE NE HANNO DIRITTO
Eppure, come riportato dalla Tecnica della Scuola, su questo punto ad inizio estate il Consiglio di Stato, con la sentenza del 30 giugno 2017, ha ribadito quanto stabilito in precedenza dal TAR del Lazio (sentenza n°7917 del 2016): “la normativa specifica in materia è chiarissima e non lascia alcun margine di dubbio in ordine alla circostanza che il personale docente e, quindi, anche il personale ad esso assimilato, come appunto il personale educativo dei convitti, alla luce delle considerazioni di cui al punto che precede, non di ruolo e con contratto a tempo determinato è escluso dalla cerchia dei destinatari della carta di cui trattasi”.
TUTTO CHIARO, MA NON PER IL MIUR
Tutto chiaro? Niente dubbi? Non per il ministero dell’Istruzione.
“Purtroppo, la nostra categoria continua ad essere scarsamente considerata, anche quando si tratta di diritti apparentemente acquisiti”, ci dice Nico Carnimeo, educatore di ruolo al convitto Nazionale Statale Domenico Cirillo di Bari.
L’educatore ha scritto una lettera aperta alla ministra dell’Istruzione, partendo proprio dalla mancata erogazione del bonus per la formazione al personale educativo (“Eppure per il Ministero stesso, sin dal 1974, gli educatori di ruolo nella scuola sono collocati a pieno titolo nell’area della funzione docente”), sino a porre anche altri quesiti: perché, si legge nella lettera, “la prerogativa degli educatori è proprio la trasmissione delle principali competenze di cittadinanza e siamo convinti che esse siano garanzia di benessere per i nostri studenti”.
Va ricordato che gli stessi tribunali hanno detto all’allargamento della carta annuale dei docenti da 500 euro al personale docente precario, anche se “storico”. Disco rosso anche per gli amministrativi, tecnici e ausiliari.