Il riconoscimento e la maggiore sensibilità nei confronti dei temi legati all’accessibilità alle pratiche di lavoro e studio, vita sociale e familiare dei cittadini con disabilità è finita, concretizzata in una Carta comune, sui tavoli dei funzionari europei che, all’unanimità, si sono espressi a favore di un documento unico che rende – fattivamente – un cittadino italiano dotato di un documento che attesta lo status di disabilità godere del medesimo diritto in Europa, con gli annessi assegni di sostegno economico, opportunità lavorative e di studio dedicate.
La Carta Europea in questione, resa disponibile anche dal nostro esecutivo con DPCM del 6 novembre del 2021, consente l’accesso a servizi e beni erogati da istituzioni pubbliche e private, nell’ottica di un progressivo e doveroso riconoscimento ed inserimento dei milioni di cittadini con disabilità psichica e / o fisica all’interno delle attività sociali e degli sviluppi stessi delle comunità del presente e del futuro.
La Carta, al centro di una specifica norma, è apparsa per la prima volta in Gazzetta Ufficiale solo il 23 dicembre scorso, n. 304. È rilasciata a determinate categorie e prevede l’attivazione – si spera non troppo faticosa – di procedure e servizi tra Enti Locali, imprese ed associazioni in rete volti ad istituire politiche a favore dei cittadini con disabilità. Maggiori informazioni sono disponibili collegandosi al portale istituzionale dell’Ufficio per le politiche a favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che offre indicazioni relative all’ottenimento della suddetta Carta, al funzionamento ed alle condizioni per operarvi.
È coinvolto anche l’INPS, la quale garantisce che “trascorsi sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i destinatari di cui all’art. 2 possono presentare domanda per il rilascio della Carta sul portale telematico […], ovvero attraverso associazioni rappresentative delle persone con disabilità abilitate dall’INPS all’uso del canale telematico, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica o del richiedente”.
Il documento proposto dalle istituzioni europee allarga le possibilità di integrazione, lavoro, studio e soprattutto vita dei cittadini con disabilità, fornendo un indiscutibile sostegno comunitario alla formazione, all’inserimento delle persone all’interno di circuiti di tutela sostenuti da Enti Locali, Consiglio dei Ministri ed imprese cooperanti.
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