Un recente studio svolto da Epson in 20 Paesi europei tra insegnanti e genitori con figli d’età tra gli 8 e i 16 anni, evidenzia che il 71% degli insegnanti e il 63% dei genitori preferirebbero un ritorno ai materiali cartacei nelle scuole. La ricerca, condotta su 20 Paesi e oltre 24.000 intervistati, rivela come i libri e i supporti stampati siano considerati più efficaci per favorire l’apprendimento e la comprensione rispetto ai testi digitali.
Come riporta il Corriere, in Italia, il 68% dei docenti sostiene il “paper advantage” – il vantaggio della carta nella lettura – mentre tra i genitori solo il 21% si schiera a favore, forse a causa di una minore sensibilità al tema. Secondo neuroscienziati del Teachers College della Columbia University, leggere su carta permette una maggiore concentrazione, riducendo distrazioni e superficialità tipiche degli schermi.
La questione non riguarda solo i libri di testo, ma anche materiali integrativi come schede e grafici. In Europa, il 54% dei genitori ritiene che questi strumenti stampati migliorino le capacità di lettura, mentre solo il 9% pensa che possano distrarre gli studenti.
Tuttavia, la discussione non si ferma qui. Pedagogisti e studiosi, come Cosimo Di Bari e Tiziana Mascia, sottolineano l’importanza di integrare carta e digitale. Se da un lato il libro cartaceo offre vantaggi cognitivi comprovati, dall’altro i libri digitali e le app educative possono arricchire l’esperienza narrativa, aprendo nuove prospettive di apprendimento.
La vera sfida, secondo gli esperti, è trovare un equilibrio: non sostituire il libro tradizionale, ma utilizzarlo insieme alle tecnologie per sfruttare al meglio i punti di forza di entrambi. Una scuola che promuova questa integrazione potrà formare studenti capaci di navigare nel mondo digitale senza perdere il valore della lettura profonda e della concentrazione.