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Cartoni animati da prendere con le pinze

Quale migliore attività ricreativa per i propri alunni se non quella di concedere loro la visione di un bel cartone animato nella sala proiezione dell’istituto? Un’attività piuttosto frequente nelle scuole di primo grado e da sempre ritenuta, se non formativa, quanto meno dilettevole. Ma, se fino a questo momento molti hanno pensato che i cartoni animati fossero solo un sollazzo per i più piccoli, ebbene, oggi è il caso che rivedano le loro convinzioni. E a esortarli a rivederle sono gli esperti dell’Università Cattolica di Milano.
Pareinfatti che i cartoon, pur essendo divertenti, non siano sempre e solo uno spasso. Lo affermano alcuni psicologi secondo i quali i film d’animazione meritano sicuramente di essere maneggiati con cura, dal momento che producono effetti sul breve e lungo periodo. Ma di quali effetti di tratta? A dire degli psicologi, nell’immediato essi provocano eccitazione emotiva e fisica e fanno vivere emozioni; nel tempo riescono poi ad accrescere la competenza linguistica, ampliare le conoscenze enciclopediche, valorizzare il tratto grafico ma, purtroppo, possono anche condizionare l’esibizione emotiva (manifestata in vario modo, magari piangendo e spalancando gli occhi smodatamente).

Pareinfatti che i , pur essendo divertenti, non siano sempre e solo uno spasso. Lo affermano alcuni psicologi secondo i quali i film d’animazione meritano sicuramente di essere dal momento che producono effetti sul breve e lungo periodo. Ma di quali effetti di tratta? A dire degli psicologi, nell’immediato essi provocano eccitazione emotiva e fisica e fanno vivere emozioni; nel tempo riescono poi ad accrescere la competenza linguistica, ampliare le conoscenze enciclopediche, valorizzare il tratto grafico ma, purtroppo, possono anche condizionare l’esibizione emotiva (manifestata in vario modo, magari piangendo e spalancando gli occhi smodatamente).

È certamente vero che i bambini hanno bisogno di storie in cui identificarsi, che siano in grado di stuzzicare la loro fantasia, però, sarebbe anche opportuno che i contenuti dei cartoni animati venissero filtrati, selezionati e, al tempo stesso, che le esperienze venissero condivise con gli insegnanti o con i genitori. Anche se, e non è superfluo ricordarlo, la condivisione fra adulti e bambini sarebbe in realtà auspicabile a diversi livelli.Il discorso cambia se si parla di cinema. Il film visto in sala è infatti un gesto di attenzione, un evento che coinvolge l’intera famiglia. Esso, al contrario della fruizione televisiva, si dipana in un tempo ben definito e concede la possibilità di un confronto. C’è cinema e cinema, però. Ci sono infatti film d’animazione che non sono necessariamente per bambini, nonostante le convinzioni comuni. Anzi, pare che in Italia manchi del tutto una produzione espressamente dedicata ai piccoli. Dalla Sirenetta in poi, come affermano a tal proposito alcuni studiosi del cinema, i cartoni animati si sono rivolti a un pubblico più vasto, quello dei giovani-adulti, tant’è che spesso contengono passi difficilmente comprensibili dai più piccoli se non dopo esplicite spiegazioni da parte degli adulti. Tali conclusioni sono state tratte al termine di un’indagine su quasi 400 alunni di Milano, di età compresa tra i 9 e i 13 anni. Dai risultati è emerso che il 17 per cento di loro afferma di aver più volte avuto paura davanti ai cartoni animati in televisione, e 12 su cento hanno addirittura provato imbarazzo. Il motivo risiede probabilmente nel fatto che i cartoon possiedono un tasso di aggressività tre volte superiore alla media della normale programmazione televisiva, spiega il coordinatore della ricerca, responsabile dell’osservatorio “Bambini & Media” della Fondazione Università Iulm. Ad essere a rischio sarebbero soprattutto i bambini sotto i tre-quattro anni, poiché in quella fase fanno ancora fatica a distinguere la realtà dalla fantasia. A questo punto pare necessario concludere che non bisogna dare per scontata la qualità dei programmi televisivi per bambini, anche nelle fasce protette sottolinea Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Perché se da una parte il film d’animazione ha un linguaggio visivo che il bimbo comprende facilmente, dall’altra i genitori non si rendono conto che i cartoni danno delle garanzie solo apparenti e possono avere contenuti decisamente complessi e spesso anche tossici per le dosi massicce di aggressività e la presenza di un linguaggio improprio. D’altra parte, rappresentano comunque un mezzo insostituibile perché gli adulti possano comprendere i sogni dei più piccoli, e danno allegria, euforia, tenerezza, così come paura, frustrazione e rabbia. I cartoni animati sono proprio una grande scatola piena di emozioni che va, però, aperta e chiusa a discrezione dell’adulto.

Alessandra

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