Apprendo con soddisfazione che il Comune di Milano ha deciso di estendere il montepremi del progetto Cartoniadi – che puntano a valorizzare l’impegno della collettività verso un obiettivo comune: quello di una più corretta gestione dei rifiuti, come si legge nel programma di presentazione – a tutte le Scuole Pubbliche primarie senza alcuna discriminazione ideologica.
E’ un altro passo avanti (insieme alla nuova Convenzione siglata tra le Scuole dell’Infanzia paritarie e il Comune di Milano) nel percorso teso a sanare la “grave ingiustizia” che colpisce la famiglia italiana che in controtendenza rispetto a tutti i paesi Europei solo in Italia non si vede garantito il diritto alla libertà di scelta educativa in un pluralismo educativo riconosciuto sin dal 1948 (Cost. Italiana).
Guardo con soddisfazione a questa nuova tappa per le seguenti ragioni:
– rappresenta un passo che va perfettamente nella direzione di riconoscere con i fatti che publicum est pro populo. Un servizio è pubblico quando è accessibile a tutti in modo libero, senza alcuna preclusione né economica, né sociale e neppure politica rispetto ai potenziali fruitori. Non è pubblico ciò che è statale ma ciò che nasce per il popolo (Risoluzione dell’Assemblea parlamentare del Parlamento europeo n. 1904, F-67075, Strasburgo, 4 ottobre 2012). Se parlando di questo tema non riusciamo a superare questa apparente dicotomia conseguente a letture miopi, distorte ed ideologiche, non arriveremo mai ad una educazione di qualità, ad una scuola libera, inclusiva e competitiva;
– rappresenta un altro piccolo passo verso un reale Sistema Integrato in cui la scuola pubblica è paritaria e statale, come ricorda a pag. 65 il documento La Buona Scuola del governo Renzi;
– ricolloca le Istituzioni al servizio del popolo senza operare alcuna discriminazione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…” art. 3 Cost.). In tal senso, attraverso un comunicato stampa, il 20.10 le Associazioni (dei genitori: AGeSC, Age, Faes; dei gestori: Aninsei, Cdo opere educative, Fidae, Fiilins, Fism; dei docenti: Diesse, Uciim) dichiarvano “è urgente ricollocarsi in una posizione di diritto e non colpire le paritarie per ledere la famiglia e cosi impedirle che possa scegliere liberamente senza il ricatto economico (dovendo pagare due volte le tasse) e senza la costante discriminazione che alimenta il pregiudizio. Una Istituzione pubblica al servizio della Res-Publica non può più permettersi il lusso di compiere scelte contra legem e contro il diritto dei propri cittadini senza sperare che il vuoto che determina venga supplito da altri che rendono eclatante la grave impotenza delle Istituzioni”. Fiducia verso le Istituzioni che ai vari livelli hanno il compito di “garantire” i diritti “riconosciuti”.
– Un risultato che incoraggia le famiglie, la scuola tutta, i singoli cittadini e restituisce loro il compito di essere attori al servizio della Res-Publica. Qui si deve necessariamente inserire il ruolo dei cittadini italiani coraggiosi e responsabili, di chi “non ci sta” e dice chiaramente ai Maestri di Palazzo: “Altolà al fiume di parole, ai cinguettii twittati, alle dichiarazioni altisonanti e altolocate; riprendiamoci la responsabilità di cittadini eletti per servire i diritti e restituire dignità al Diritto, alla libertà di scelta educativa, che ha il solo scopo di garantire lo sviluppo armonico della societas, evitando la barbarie.
– La conferma che solo quando i cittadini, le associazioni tutte sono uniti oltre ogni pregiudizio e saldi in posizioni di diritto si può avere una visione di insieme che diviene forza per una Società più civile e giusta. Ho sempre auspicato questa unità e con piacere scopro che è realmente la chiave di volta per giungere in Italia a garantire il più naturale dei diritti.
Dal Comune di Milano alla Nazione intera: Ormai il punto è fermo: al di là dell’ideologia, cancro dell’intelligenza non del tutto estirpato, il cittadino italiano deve e può chiedere ad un Governo – che a) ha dichiarato che la scuola è il punto di partenza, b) ha affermato che la scuola pubblica è paritaria e statale con tutto ciò che implica – questo cittadino è obbligato a esigere che l’Italia, in quanto Stato di diritto, recuperi la propria responsabilità di attore capace di “garantire” i diritti che riconosce. Pena la contraddizione, che equivale a dire e disdire, cioè ad essere come un tronco (Aristotele). In sintesi, la procedura e il risultato: gutta cavat lapidem.
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