Sdegno in tutta la società civile e sgomento ha suscitato l’aggressione al ragazzino di 12 anni colpevole, secondo le due ragazze 15enni che l’hanno preso a pugni e calci, sputandogli pure, di essere ebreo. E avrebbero pure inveito verbalmente, dicendogli: “Ti mettiamo nel forno”, in riferimento alle atrocità naziste nei campi di concentramento.
Dopo la presa di posizione della sindaca del comune di Campiglia Marittima (Livorno), dove si è verificata la sconcertate aggressione, Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera, ha voluto esprimere la sua solidarietà al giovane, condannando senza appello il fatto accaduto al ragazzino: “L’aggressione ai danni del bambino ebreo della provincia di Livorno purtroppo non è semplicemente il passato che torna ma un segnale del nuovo che avanza. La generazione più giovane ha sempre meno strumenti per capire il baratro dell’antisemitismo, del razzismo e dell’omofobia. Al diminuire dei testimoni diretti, corrisponde l’aumento della disinformazione, delle fake news e dei contenuti ambigui. La scuola è l’unico antidoto a questa deriva, l’unico strumento efficace per contrastare l’oggettiva vulnerabilità delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, l’unico presidio in grado di scongiurare il ripetersi di episodi assurdi come quello di Campiglia Marittina”