Si ricorda che la Casa dello studente dell’Aquila è crollata non solo per la furia del terremoto, ma soprattutto per la carente progettazione e l’inadeguata modalità di realizzazione di una struttura costruita nel 1965. Ad aggravare ulteriormente la già delicata situazione è stata accertata da accurate consulenze tecniche un’altra causa del crollo, quella causata dai carichi verticali aumentati nel corso di una ristrutturazione eseguita nel 2000. Quest’ultima ristrutturazione peraltro non è mai stata collaudata dal tecnico dell’azienda per il diritto allo studio.
Da tutte queste mancanze, superficialità procedurali e irregolarità operative nascono le pesanti condanne penali inflitte dal tribunale competente per territorio, infatti, sono stati condannati a quattro anni di reclusione i tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 che, secondo l’accusa, per come già detto avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che già presentava vizi costruttivi all’epoca della sua edificazione negli Anni ’60.
E’ stato condannato a due anni e sei mesi il tecnico dell’azienda per il diritto agli studi universitari. Inoltre la sentenza di primo grado ha disposto il pagamento di 100mila euro a ciascun genitore delle vittime e di 50mila euro a ogni fratello o sorella. Numerose le parti civili cui è stato riconosciuto un risarcimento provvisionale. Tra queste il Codacons, Cittadinanza attiva e il Comune dell’Aquila, a cui sono stati riconosciuti 5mila euro ciascuno
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