“La scuola, che è il luogo della formazione umana e sociale dei nostri ragazzi, non può essere ad intermittenza. Diversamente, le ricadute sulle famiglie e in particolare sulle donne sarebbero devastanti. Con i figli a casa a giorni alterni, vi è il rischio reale che uno strumento come il telelavoro, diciamolo in italiano, certamente utile nelle fasi più gravi dell’emergenza, si cronicizzi”. È duro il monito verso il Governo da parte della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati sulle azioni da intraprendere nella scuola evitare che gli alunni rimangano a casa perchè in diversi istituti non è assicurato il distanziamento minimo imposto dagli organi sanitari, soprattutto alle superiori, dove il numero di alunni per classe è mediamente più alto. L’impegno, comunque, non è da poco, poiché la creazione degli spazi aggiuntivi necessita di investimenti corposi e non certo semplici interventi di edilizia leggera.
La scuola, ha detto la presidente del Senato, “è fatta di aule, di relazioni, di interazione, di confronto e dialogo quotidiano tra studenti e docenti” e “non può essere ad intermittenza”.
“Il Governo – ha ammonito Casellati alla inaugurazione della seconda edizione della scuola di ‘Fino a Prova Contraria’ – si faccia carico delle proprie responsabilità. Non deleghi ai presidi o alle famiglie, con il rischio di creare inaccettabili discriminazioni tra studenti di serie A e studenti di serie B“. Il riferimento è al digital divide, che danneggia non poco coloro che non hanno accesso, per vari motivi, alle tecnologie on line e quindi alla didattica a distanza.
Secondo la presidente di Palazzo Madama “si deve investire seriamente nella scuola reale – statale, paritaria e anche privata – che è fatta di aule, di relazioni, di interazione, di confronto e dialogo quotidiano tra studenti e docenti”.
A proposito del telelavoro, Casellati ha detto che “è un falso amico che rischia di penalizzare ulteriormente le donne, relegandole ai margini del mercato del lavoro, facendole così tornare indietro di cinquant’anni nel percorso dell’emancipazione femminile. Bisogna ripartire per la rinascita del nostro Paese dal coraggio delle donne, che hanno sopportato il peso maggiore dell’emergenza tra figli, professione, casa ed anziani. Hanno idealità e concretezza, creatività e visione nel futuro”.
Come già detto in passato, Casellati ha tenuto a ribadire che “la Costituzione dice che le Camere sono il centro dell’azione legislativa e il Parlamento l’interlocutore primo e insostituibile del Governo”, secondo cui “pesa, certamente, l’avere gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a DPCM, emanati senza preventiva consultazione con un voto del Parlamento”.
La forzista, inoltre, stigmatizza “il ricorso troppo frequente a dl dal contenuto ‘omnibus’, per di più blindati dal Governo con il voto di fiducia, sui quali un ramo del Parlamento finisce per non toccar palla”.
“Così – ribadisce Casellati – viene meno la democrazia parlamentare, e cioè l’equilibrio tra il principio della sovranità popolare, di cui sono garanti entrambe le Camere, e la responsabilità dell’azione di governo. Soprattutto adesso che, per accedere al “Piano per la ripresa”, l’Italia è chiamata a predisporre ed attuare un progetto di riforme importanti e strutturali.
“Un programma concreto – ribadisce – che porti sviluppo, occupazione e crescita del PIL. È il Parlamento, magari ‘distillando’ politicamente il parere dei tecnici, che dovrà offrire al Governo linee di indirizzo vincolanti per ricostruire il Paese”.
Dopo avere ricordato che “la Costituzione dice che le Camere sono il centro dell’azione legislativa e il Parlamento l’interlocutore primo e insostituibile del Governo”, Casellati ribadisce che “pesa, certamente, l’avere gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a DPCM, emanati senza preventiva consultazione con un voto del Parlamento. Ma su cui grava, soprattutto, il ricorso troppo frequente a dl dal contenuto ‘omnibus’, per di più blindati dal Governo con il voto di fiducia, sui quali un ramo del Parlamento finisce per non toccar palla”.
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