Sul caso delle scuole dell’infanzia di Monfalcone è intervenuta oggi la Cgil nazionale unitamente con le segreterie della Flc-Cgil e della Cgil Pubbico Impiego.
Nei giorni scorsi il sindaco della cittadina friulana aveva deciso che nelle scuole dell’infanzia bisognerà dare precedenza ai bambini di famiglie italiane e collocare in lista d’attesa 60 bambini stranieri.
Della vicenda si è già interessato il Ministero dell’istruzione; nei giorni scorsi da Viale Trastevere avevano fatto sapere che sarebbero stati assegnati altri posti di organico al Friuli in modo da consentire l’attivazione di altre sezioni di scuola dell’infanzia.
Nella giornata del 20 luglio la Cgil ha però diramato un comunicato per chiedere “da parte dei ministri competenti un intervento chiaro e risolutivo sull’illegittimità del provvedimento”.
Il sindacato scrive di ritenere “gravissimo il fatto che non sia stata ancora rimossa, ad opera delle istituzioni responsabili, la decisione assunta dalla sindaca di Monfalcone e da due dirigenti scolastici che impedisce la frequenza della scuola dell’infanzia ai figli di lavoratori stranieri negli istituti ‘Giaicich’ e ‘Randaccio’”.
La Cgil ritiene anzi che la vicenda possa avere anche risvolti di natura penale e anche per questa ragione rivendica da parte dei ministri competenti in materia “una disposizione che renda chiara e definitiva la natura illegittima del provvedimento del sindaco di Monfalcone, ribadendo in linea col dettato costituzionale il rispetto e l’impegno per i diritti dell’infanzia e per la funzione sociale della scuola pubblica”.
In tutta la questione non risulta tuttavia chiaro in che modo si sia arrivati alla decisione di dare la precedenza ai bambini italiani.
Le norme in vigore, infatti, prevedono che i criteri per le iscrizioni degli alunni e per la eventuale predisposizione delle liste d’attesa vengano deliberati dal consiglio di istituto e non è quindi affatto chiaro come sia stato possibile che le regole fissate dal consiglio di istituto siano state modificate dalla Giunta comunale monfalconese.
Sarebbe quindi importante che il Miur chiarisse bene questo aspetto anche per evitare che vicende analoghe possano ripetersi in altre città italiane.
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