Giusto o sbagliato che sia, Christian Raimo è diventato ormai a tutti gli effetti un “personaggio” televisivo: nella serata di martedì 12 si è persino guadagnato una “intervista” curata da Luca e Paolo all’interno del loro “spazio comico” nella trasmissione “Di martedì” di Giovanni Floris.
E, si sa, quando si ottiene una imitizione nel piccolo schermo è perché davvero si è a tutti gli effetti un personaggio pubblico.
D’altronde sulla sospensione per tre mesi dall’insegnamento si sono espressi molti studenti e docenti ma anche intellettuali, scrittori, giornalisti, accademici e uomini e donne di spettacolo.
La raccolta di fondi per aiutare Raimo che per tre mesi sarà a casa con stipendio dimezzato e dovrà anche iniziare a pensare alla propria difesa in tribunale sta andando al di là di ogni previsione superando ampiamente i 22mila euro raccolti (l’obiettivo era di arrivare a 5mila).
Le regole in vigore in fatto di codice disciplinare prevedono che Raimo possa ricorrere in prima istanza al Giudice del Lavoro ed eventualmente rivolgersi al Giudice d’appello nel caso in cui la prima sentenza non sia soddisfacente.
Per il personale Ata esiste un trattamento diverso introdotto per via contrattuale già da diversi anni: prima che venga definita la sanzione (dal dirigente scolastico o dall’Ufficio scolastico Regionale, a seconda dei casi) il dipendente ha la possibilità di chiedere all’Amministrazione di concordare la sanzione stessa; se si arriva alla sanzione concordata, però, il dipendente non ha più la possibilità di presentare ricorso al Giudice del Lavoro.
Si tratta, come si comprende, di una misura finalizzata a “raffreddare” e a contenere il contenzioso, ma per il momento questa procedura non può essere riguardare il personale docente perché finora i sindacati non hanno mai accettato le proposte dell’Aran tese a regolare per via contrattuale il codice disciplinare del personale docente.
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