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Cassazione: il cane randagio morde l’alunna nel cortile di scuola, paga l’istituto

Le lezioni sono appena terminate, gli alunni escono alla spicciolata, uno di loro viene morso nel cortile dell’istituto da un cane randagio. Per la Cassazione, se la scuola non prova che erano stati posti in essere tutti gli accorgimenti necessari per evitare intrusioni di terzi nell`istituto e nelle sue pertinenze, non vi son dubbi: le responsabilità, ed i conseguenti costi materiali e morali per l’accaduto, vengono addebitati alla scuola. E, per riflesso, al ministero dell`Istruzione.
È quanto emerge dalla sentenza n. 3680 del 15 febbraio 2011, emessa dalla terza sezione civile della Suprema corte, che ha accolto, nella specie, il ricorso di una studentessa di una scuola di Napoli aggredita da un cane randagio davanti alla scuola, passati pochi minuti dalla fine delle lezioni.
La Cassazione sostiene che dopo l`accoglimento della domanda d`iscrizione proposta dall`allievo, in capo all`amministrazione scatta sempre l`obbligo di vigilare sulla sicurezza dell`alunno per tutto il tempo in cui il minore fruisce della prestazione scolastica. E ciò anche per evitare che l`allievo procuri danno a se stesso. Di conseguenza, il ministero dell`Istruzione può essere chiamato quindi a rispondere per responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.
Da un punto di vista delle responsabilità, spetterà ora “alla vittima della lesione provare che il danno si è verificato nel corso della prestazione scolastica”, mentre competerà “all`amministrazione dimostrare che l`evento pregiudizievole è stato determinato da una causa non imputabile all`insegnante né alla scuola”.
E sarà il giudice del rinvio, nel caso della studentessa napoletana, a mettere la parola “fine” alla vicenda.
Alessandro Giuliani

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