In particolare, i genitori di Francesca P., chiedevano che il ministero dell’Istruzione venisse condannato al risarcimento dei danni per la caduta della ragazzina di terza elementare che le aveva procurato lesioni al volto e ai denti, cadendo dai gradini esterni instabili e scivolosi.
La Suprema Corte, respingendo il ricorso presentato dai genitori dell’alunna, ha sottolineato che “gli obblighi di sorveglianza e di tutela dell’Istituto scattano allorché l’allievo si trovi all’interno della struttura, mentre tutto quanto accade prima, per esempio sui gradini di ingresso, può, ricorrendone le condizioni, trovare ristoro attraverso l’attivazione della responsabilità del custode”, vale a dire di chi accompagna l’alunno.
La stessa decisione era stata adottata dalla Corte d’appello di Genova nel marzo 2006
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