“Non possiamo rinunciare oggi ad un governo politico: sarebbe una sconfitta cocente per tutti noi, per chi ci ha votato e per chi ha creduto in noi. Rinunciare alla politica, di fronte ad una emergenza come quella che stiamo vivendo, sarebbe una sconfitta per tutti”: lo ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Azzolina, parlando con gli esponenti del suo movimento e nello stesso tempo, uniformandosi alla comune idea che i “governi politici” sono da preferire ai governi “tecnici”, termine con cui si definiscono quelli formati da esperti, da tecnici appunto, presi al di fuori della politica e dunque che non farebbero parte, almeno ufficialmente, di nessuno schieramento politico preciso.
Tuttavia secondo il prof Sabino Cassese, accademico nel campo del diritto, docente in università italiane ed estere e uno dei massimi esperti al mondo di diritto amministrativo, nonché già ministro della Funzione e giudice della Corte Costituzionale: “Non esistono Governi tecnici, di fatto sono tutti politici ovviamente. Draghi molto più politico di tanti politici di carriera”.
Lo ha detto in un’intervista a InBlu2000 e ripetuto nel corso della trasmissione di Rai3 “Quante storie”, aggiungendo: “Sarebbe grave che il corpo politico non desse tutto il suo appoggio a Draghi. Qualche anno fa fu messo da una rivista americana tra le 20 persone più potenti del mondo”.
“La crisi delle Istituzioni non è una fragilità della nostra democrazia. In un certo senso questa scelta del Presidente della Repubblica di mettersi nelle mani di una persona con l’esperienza e le competenze di Draghi è una prova di forza della nostra democrazia perché si ricorre ad una persona che ha una grandissima esperienza in tutti i tipi di istituzioni”.
“Nei due governi Conte – ha sottolineato InBlu2000 – c’era un numero che rasentava la metà di membri del Governo che non avevano alle spalle una elezione e qualità di parlamentare. Ho calcolato che almeno sette del Conte 1 e sette del Conte 2 non avevano investitura parlamentare”.
Dunque, secondo il costituzionalista, questo spartiacque tra governi tecnici e politici sarebbe un eufemismo, un modo per rimarcare il mancato appoggio, o la difficoltà a sostenerlo, da parte di certa politica, il possibile governo Draghi. Politica, lo si voglia o no, che ha dimostrato scarsa capacità a risolvere i momenti di crisi della Nazione, a cominciare dalla pandemia e continuare con la scuola, l’economia, l’occupazione e il resto.
In ogni caso, anche Giuseppe Conte è un tecnico, secondo la logica di esponenti politici come Azzolina, da nessuno eletto, ma che è stato chiamato per dirimere le contraddizioni e coagulare le forze, di diversa natura e cultura, attorno a un Governo.