Il giurista Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, ricorda che il nostro codice civile dispone che Green pass e obbligo vaccinale potranno essere richiesti anche negli uffici e nelle fabbriche: “Il Green pass deve valere per tutti, questo strumento va inteso come la patente di guida, non possono esserci eccezioni, solo così si ripartirà in sicurezza, proteggendo i fragili e liberando posti in ospedale preziosi per i pazienti che soffrono di patologie diverse dal Covid”.”
“L’obbligo vaccinale- dice ancora Cassesse nel corso di una intervista al Messaggero-, innanzitutto, discende quindi da quei doveri di solidarietà che sono così bene chiariti nell’art. 32 della Costituzione: la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e che nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Quindi, dei trattamenti sanitari possono essere disposti con legge per proteggere la salute di ciascuno e per tutelare l’interesse collettivo. Oggi abbiamo il decreto legge numero 44 del 2021, che dispone obbligo di vaccinazione per il personale della sanità, e il decreto legge numero 111 del 2021, che prevede l’obbligo di vaccinazione per la scuola e i trasporti. L’obbligo di vaccinazione può essere disposto in termini generali per tutti.
“Ma può essere anche previsto per lo svolgimento di singole attività, come l’insegnamento, il lavoro, il trasporto. Un legislatore prudente segue il criterio di proporzionalità, che prevede prima la sperimentazione di un obbligo limitato a particolari attività. Poi, se questo non funziona, un obbligo generalizzato. É la linea seguita dall’attuale governo e dal parlamento”.
Il giudice emerito, precisa ancora: “Prima di adottare una misura generale per tutti, se ne adotta una più limitata per le categorie che sono maggiormente a rischio o frequentano luoghi dove è più facile la trasmissione. Non dimentichi il quadruplo interesse della vaccinazione: proteggere il vaccinato, evitare che circoli il virus, proteggere le persone che per motivi sanitari non possono vaccinarsi, oltre a quelle che devono curare altre malattie e non possono farlo per la scarsa disponibilità di posti nelle terapie intensive e negli ospedali in generale”.
Per gli insegnanti dunque, a maggior ragione delle altre categorie di lavoratori, il Green Pass è ancora più importante proprio per la delicatezza della loro funzione, non solo di educatori, ma anche di messaggeri e portatori di cultura. Ma non solo. Sono loro che hanno a che fare, non già con un pubblico maturo, come i funzionari o gli impiegati anche dello Stato, ma con ragazzi minorenni i quali hanno dunque il diritto di essere tutelati dal punto di vista della salute, ma dando loro così l’esempio del rispetto delle disposizioni del Governo.
Funzione insegnate che viene anche difesa dalla legge, essendo loro, in classe, ufficiali dello Stato con responsabilità di rilievo. Ma non solo ancora.
Ai docenti è riconosciuto orario di lavoro, incombenze, contratto nel pieno rispetto della specificità della loro Mission, oltre al riconoscimento della piena libertà di insegnamento, per cui loro non si possono assimilare alle altre categorie di lavoratori e dunque risulta sbagliato sostenere che ciò che vale per i prof deve valere per tutti gli altri lavoratori e le altre categorie. Il prof è un lavoratore a parte e una categoria a parte.
Non si scordi infine che per una intera mezza giornata, le famiglie affidano alla scuola il bene più prezioso che hanno, i figli e di questa responsabilità i docenti hanno il pieno carico, al di là dei bulletti e della disciplina.
Ma sulle loro spalle grava pure la facoltà di giudicare e valutare ragazzi in età evolutiva e da loro, dai “maestri”, come era detto Gesù dagli apostoli, dipende anche il futuro di ciascun alunno e in linea più generale della società.
Vaccinarsi dunque, più che un obbligo, dovrebbe essere visto come un dovere morale ed etico, mentre chi ama definirsi no-vax, per un principio a noi sconosciuto, ricordiamo che ai tempi della leva obbligatoria, nessuno, dopo la visita medica, poteva rifiutarsi di subire una siringata sul petto di sconosciuti prodotti chimici contro una serie di malattie infettive. L’ordine delle autorità militari era quello e di rifiutarsi nessuno ci pensava.