Il G20 sbarca a Catania. Oggi e domani, 22 e 23 giugno, la città etnea sarà al centro del dibattito delle politiche sull’istruzione e sul lavoro. Al monastero dei Benedettini si riuniranno 20 tra i ministri di vari Paesi del mondo: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sud Africa, Arabia Saudita, Spagna, Sud Corea, Turchia, Regno Unito, Usa e Unione europea.
Per l’Italia sarà presente il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi che presiederà i lavori a partire dalle 10:30. Nel pomeriggio, dalle 14:30, i ministri, in sessione congiunta, affronteranno il tema della transizione dall’istruzione al lavoro, con attenzione ai giovani.
Tema centrale dunque la povertà educativa.
Alle 17:20 spazio alla conferenza stampa del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. La Tecnica della Scuola seguirà l’evento con il direttore Alessandro Giuliani e il vice direttore Reginaldo Palermo in diretta a partire dalle 17:20.
Il G20 è il forum internazionale che riunisce le principali economie del mondo. I Paesi che ne fanno parte rappresentano più dell’80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta.
Nel 1999, a seguito della crisi economica del 1997, i Ministri delle Finanze del G7 annunciarono la creazione del “Gruppo dei 20”, con l’obiettivo di coinvolgere altri Paesi nelle discussioni sull’economia e la finanza globale.
Nel corso dei lavori della Presidenza italiana, il Gruppo di lavoro Istruzione si è concentrato, in primo luogo, sulle politiche e sugli interventi messi in atto per contrastare la crisi educativa causata dall’emergenza sanitaria, come ad esempio tutte le forme di didattica blended che hanno consentito di coniugare la didattica in presenza con quella a distanza. Inoltre, sono state condivise le misure adottate dai Paesi G20 per mitigare le disuguaglianze e la povertà educativa, per ridurre i divari digitali e contrastare la dispersione scolastica. Tale lavoro ha condotto alla stesura di un rapporto sulle esperienze pilota attivate e sulle buone pratiche.
Andando ad analizzare nel dettaglio la dimensione maggiormente legata all’alfabetizzazione digitale, un’indagine di Save the children ha rivelato che circa il 10% degli studenti che hanno partecipato all’indagine pilota non è in grado di riconoscere una password di sicurezza media o elevata. L’11% invece non sa condividere uno schermo durante una chiamata con zoom. Il 32.8% non è invece capace di inserire un link interattivo in un file di testo ed il 29.3% di scaricare un documento condiviso da un insegnante sulla piattaforma della scuola.
Quanto alla DaD, alcuni minori che vivono in famiglie svantaggiate dal punto di vista socio-economico, pare abbiano dovuto studiare in abitazioni sprovviste di connessione veloce, o affollate, facendo i conti con la mancanza di tranquillità, che crea un ulteriore svantaggio. Si stima che nel nostro Paese circa il 41,9% dei minori abbia vissuto il periodo di lockdown in abitazioni sovraffollate.
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