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Catania, lo stupro di sette egiziani su una 13enne diventa pubblico mentre sfila Sant’Agata. Calderoli vuole la castrazione chimica, la polizia interventi a scuola

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La città di Catania è sotto choc: qualche sera fa, il 30 gennaio, nel buio di Villa Bellini, il parco cittadino a due passi dalla centralissima via Etnea, una giovanissima di 13 anni è stata costretta a subire una violenza sessuale di gruppo. “Passeggiavamo tranquilli nella villa quando ci hanno accerchiati”, ha detto la giovane, che passeggiava con il fidanzato 17enne.

“Prima hanno iniziato a toccarmi, io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato gliel’ha detto non so quante volte. Allora abbiamo provato ad allontanarci, ma quelli ci hanno afferrato”.

Quindi, “ci hanno portati nei bagni della villa. È stato un incubo, non c’era nessuno a quell’ora”.

Solo dopo avere subito violenza, la coppia si è riuscita ad allontanare e a chiedere aiuto. Nel giro di un giorno i carabinieri sono risaliti agli autori dell’orrore che sono stati fermati: sono sette egiziani, tra i 15 e i 19 anni, e sembra che cinque si siano limitati a guardare e a bloccare il ragazzo, mentre due minorenni abusavano della fidanzata.

Tra coloro che non avrebbero partecipato allo stupro, senza però impedire la violenza, un giovane, neo maggiorenne, ha un impiego nell’edilizia e un permesso di soggiorno in vista, un altro, della stessa età, è in procinto di iniziare un tirocinio che gli avrebbe aperto le porte del mondo del lavoro e un permesso di soggiorno scuola-lavoro già autorizzato. Entrambi continuano ad avere rapporti con le famiglie di origine.

Erano sette egiziani

Sono tutti giovani stranieri si trovavano sul territorio nazionale poiché entrati in Italia da minorenni” non accompagnati, fra novembre 2021 e marzo 2023, “e in forza della legislazione vigente, accolti in strutture”, hanno spiegato i magistrati.

Del caso ha parlato anche la premier Giorgia Meloni, giunta nel capoluogo siciliano per visitare la Gigafactory del Gruppo Enel, un grande impianto fotovoltaico: “Mi ha colpito – ha detto – la notizia della tredicenne vittima di violenza e il fatto che sia avvenuta nel giorno in cui si celebra una martire della fede cristiana. Sono vicina alla famiglia, alla ragazza, al fidanzato. Voglio dire loro che lo Stato ci sarà e che sarà fatta giustizia”.

Reati in aumento

La terribile notizia della violenza è arrivata il giorno in cui inizia la processione per Sant’Agata, la santa patrona, che il proconsole Quinziano fece martirizzare perché si rifiutò di sposarlo. Qualcuno ha scritto che forse non è un caso: mentre si festeggia una ricorrenza, con tanto di statua portata in giro per la città, la città affonda e le violenze, anche sessuali, aumentano.

A risultare in sensibile crescita, non solo a Catania, sono i reati commessi da giovani e da minorenni e nell’ultimo anno gli stranieri hanno superato gli italiani.

Dal 2010, ha detto all’Ansa Stefano Delfini, direttore del servizio analisi criminale della Polizia di Stato, “registriamo un incremento del 14% di minori denunciati ed arrestati. Ed i reati che crescono maggiormente sono quelli violenti: rapine, lesioni dolose, risse, percosse e violenze sessuali”.

In prevalenza di genere femminile le vittime, in molti casi ragazze minori di 14 anni, così com’è avvenuto a Catania.

Calderoli: castrare usando i farmaci

Secondo il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, “lo stupro è equiparabile per gravità all’omicidio”: lo ritiene “il più orribile dei delitti perché equivale a togliere una vita, perché uccide l’anima, perché toglie il futuro alla vittima. Per arginare questo orrore sono stato il primo, in passato, a proporre la castrazione chimica, temporanea e reversibile, nell’interesse in primis di una società che non può avere in giro soggetti dalle pulsioni incontrollabili, ma ancora di più a tutela degli autori di questi reati, anche quando sono minorenni”.

“Forse – continua il ministro leghista – il termine castrazione è fuorviante per alcuni, perché evoca mutilazioni terribili, ma deve essere chiaro per tutti che si tratta di una normale somministrazione di farmaci, per sopprimere momentaneamente il testosterone, che viene normalmente utilizzata nelle terapie mediche comuni, erogata ogni giorno per migliaia di pazienti dal nostro servizio sanitario nazionale, per una serie di patologie mediche comuni che vengano appunto curate in questo modo, appunto temporaneo”.

Castrare un uomo, continua, “dunque non è una punizione, ma una soluzione anche per l’autore di questi reati. Una precisazione forse ovvia, ma necessaria a non creare equivoci”.

Infine, Calderoli dice che “sull’orrore avvenuto a Catania. È doverosa una riflessione: questi sette accusati sono tutti ragazzi egiziani entrati irregolarmente sul nostro territorio, ragazzi che abbiamo accolto nelle comunità, cui abbiamo dato la possibilità di costruirsi un futuro qui da noi facendoli studiare, avviandoli ad una professione, e questo è il modo di ringraziare chi li ha accolti?”.

Manca l’educazione ai rapporti affettivi

“Ci sono stati i casi di Palermo, Torino, Caivano ed ora Catania: qualcosa sta accadendo anche nel mondo giovanile nel campo delle relazioni tra pari, emerge un’assenza di educazione ai rapporti affettivi, che diventano malati“, riflette Delfini.

C’è anche, aggiunge, “un’assoluta mancanza di consapevolezza del proprio agire, con un utilizzo della violenza sproporzionato rispetto all’obiettivo, nonché un’assenza di empatia con la vittima, come si evince dalle violenze sessuali di gruppo”.

Uno dei problemi maggiori è che “l’autore della violenza spesso non pensa di aver agito in modo gravemente sbagliato”.

I social, ai quali i ragazzi sono connessi h24, peggiorano tutto: “aumentano la spettacolarizzazione di questi atti e il rischio emulazione per ragazzi che non hanno ancora sviluppato una capacità critica”, sottolinea il dirigente della Polizia.

Nelle violenze da branco “c’è poi l’elemento della deresponsabilizzazione che gioca un ruolo”. Quello della violenza giovanile, rileva Delfini, “è un tema strategico per il nostro Paese e per le forze di polizia che sono il primo punto di riferimento per i cittadini.

La polizia è impegnata in “iniziative di sensibilizzazione”, realizzata “in contesti degradati, nelle scuole o anche con l’apertura di palestre e strutture di gruppi sportivi delle forze dell’ordine come quelle al quartiere Sanità di Napoli o ad Ostia”.

Donne considerate come “oggetti”

La pensa così anche Claudia Caramanna, procuratore capo presso il Tribunale dei minorenni di Palermo. “Alla base di tutto – osserva – c’è l’amara constatazione che i giovani sono sempre più violenti e che si comportano con le donne come se fossero degli oggetti. Non capiscono le sofferenze che possono provocare e comunque non se ne curano affatto”.

E ancora: “Abbiamo registrato un forte incremento delle lesioni personali e di risse in cui sono coinvolte baby gang o ragazzi che hanno superato da poco la maggiore età”.

“È l’ennesimo segnale della rabbia e del disagio che agita questa generazione, acuiti probabilmente a causa delle restrizioni provocate dal Covid”, conclude il procuratore capo.