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Catania, presto un’olimpiade della Grammatica italiana

Organizzare il prima possibile un’olimpiade della Grammatica italiana per premiare la scuola che diventi riferimento nazionale per migliorare l’acquisizione della lingua attraverso il gioco: la proposta giunge da Catania all’indomani del convegno “Gioco, apprendimento, grammatica”, tenuto presso la sede della Facoltà di lettere e lingue dell’Università di Catania e seguito da esperti di formazione, docenti di lettere di scuola superiore, da dirigenti scolastici ed alcune centinaia di giovani maturandi, accompagnati dai loro docenti di pedagogia e didattica.
“Che il gioco sia alla base degli apprendimenti fin dai primi mesi di vita è una considerazione di evidenza assoluta – ha spiegato Agatino Maglia, dirigente scolastico e tra i relatori del convegno – esso infatti è uno strumento in grado, per i suoi specifici elementi, di garantire all’azione di ‘imparare grammatica’ interattività, confronto emotivo, gestione dell’errore, dinamicità nella riflessione, rielaborazione emotiva che sono gli ingredienti di un ambiente di apprendimento facilitante”.
Secondo gli ideatori dell’iniziativa, il confronto tra le scuole partecipanti alla competizione dovrebbe servire a realizzare un ambiente di apprendimento motivante e generativo per tutti i ragazzi, anche quelli meno motivati.
L’iniziativa di avviare un concorso tra gli istituti è stata apprezzata anche da Romano Nesler, docente della provincia autonoma di Trento che ha illustrato una esperienza pluriennale di apprendimento attraverso il gioco che ha visto il coinvolgimento di oltre 3 mila docenti di tutte le regioni italiane: “l’esperienza è stata monitorata – ha detto Nesler – ed è emerso che il campione di alunni che ha partecipato al gioco ha fatto registrare risultati migliori rispetto al campione di controllo sia in italiano che in matematica”.
Loredana Smario, docente di scuola secondaria, si è soffermata, fra l’altro, sul gioco come “strumento che da una parte manda in moratoria la frustrazione che è un handicap sempre in agguato fra i nostri giovani studenti e dall’altra fa crescere la motivazione che è la migliore guida dei comportamenti virtuosi”. Ma non basta. “Con il gioco – ha sottolineato la docente – crescono anche la capacità di riconoscere e rispettare le regole (abilità sociali e linguistiche), l’attitudine ad elaborare strategie e a pianificare le azioni, la possibilità di ‘ricombinare’ i saperi posseduti”.
Sul gioco come strumento per meglio gestire l’errore si è in particolare soffermata la professoressa Sardo, docente di Grammatica italiana alla Facoltà di lettere dell’università etnea che ha anche sottolineato come il gioco possa essere molto efficace “per quegli alunni che hanno stili cognitivi differenti: il gioco, infatti, attiva modalità di apprendimento cinestetiche, uditive, visive”.

Alessandro Giuliani

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