Sugli effetti delle norme contenute nella legge stabilità in materia di orario di insegnamento nella scuola secondaria stanno già circolando calcoli di vario genere.
Catastrofica la previsione del Sisa (Sindacato indipendente scuola ambiente) che parla di 100mila posti di lavoro in meno, in pratica un insegnante in meno ogni 6 in servizio.
Il Sisa dà anzi cifre precise: 20mila docenti in meno nella primaria, 33mila nella secondaria di primo grado e 48mila nella secondaria di secondo grado.
La Flc-Cgil si contiene ma afferma che il taglio sarà di 29.000 cattedre (25mila di posti comuni e 4mila di sostegno).
Il Ministro avrebbe parlato di poco meno di 7mila cattedre (la cifra è stata citata da Pier Luigi Bersani e altri esponenti del PD).
Ma come mai i numeri divergono in modo così significativo?
Il fatto è che per ora si sta ragionando solamente su anticipazioni giornalistiche e anche il testo della norma che sta circolando in rete non ha nulla di ufficiale.
E poi, soprattutto, c’è il fatto che la norma così come è nota in questo momento lascia lo spazio a interpretazioni applicative diverse fra loro.
Secondo la versione più accreditata nelle 6 ore eccedenti l’orario di cattedra gli insegnanti della secondaria dovrebbero provvedere alla copertura delle supplenze oltre che degli spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità; e, se dispongono del titolo di specializzazione, devono coprire anche i posti di sostegno.
Se le regole fossero queste il calcolo del Sisa sarebbe del tutto errato mentre sarebbe più credibile il numero di 4mila posti di sostegno in meno di cui parla la Flc-Cgil.
Attualmente, infatti, i posti di sostegno in organico di diritto nella secondaria sono più di 30mila e e garantiscono circa 600mila ore di sostegno.
Se l’orario passasse a 24 ore settimanali basterebbero 25mila posti, con un saldo negativo di 8mila posti “teorici”
Se però la norma verrà applicata ponendo il limite all’utilizzo dei docenti nella scuola di titolarità, il saldo negativo potrebbe diminuire.
Un dato è certo: con questo meccanismo nella scuola secondaria potrebbe essere finalmente attuato il cosiddetto “organico funzionale” di cui Profumo aveva parlato fin dalle prime settimane del suo incarico.
Il Ministro, insomma, ha mantenuto la promessa, peccato che lo sta facendo non aumentando il numero degli insegnanti ma aumentando l’orario di servizio.
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