Diventa sempre più difficile seguire la logica dell’amministrazione scolastica che gestisce i posti liberi, da assegnare prima al personale di ruolo che ne fa richiesta e poi ai precari.
Non si comprende, in particolare, per quale motivo in una prima fase, ad esempio quella relativa alla mobilità, non risultino cattedre libere. Con i docenti che hanno chiesto determinate province che si vedono rifiutare l’istanza, oppure collocati su sedi scolastiche meno favorevoli.
È accaduto, ad esempio, con il famigerato piano straordinario delle immissioni in ruolo del 2015, quando, appena approvata la legge, furono assunti su scuole vicino casa tantissimi insegnanti della fase C (quelli più giovani e con meno anzianità), quando, invece, ai colleghi che vantavano molti più punti in graduatoria, gestiti con la fase B che doveva essere più favorevole, quelle cattedre erano state negate. Il motivo, in quel caso, fu legato al cosiddetto “potenziamento” scolastico: decine di migliaia di cattedre create solo per i docenti con meno punti.
La storia si è ripetuta nel 2016, con il noto algoritmo ministeriale, che tanto ha fatto infuriare migliaia di docenti, molti dei quali poi salvati delle assegnazioni provvisorie concesse in abbondanza.
Quest’anno, però, quelle assegnazioni provvisorie sono state negate tutti gli insegnanti che non possedevano i requisiti adatti (invalidità personale, assistenza per bambini in tenera età, disabili o anziani invalidi assistiti in via esclusiva). Tanto è vero che ancora in molti non si rassegnano, come accaduto qualche giorno fa in Sardegna, dove tanti prof assunti con la Legge 107/15 hanno chiesto di essere collocati in aspettativa al 30% perché impossibilitati di spostarsi nel Continente.
A rendere ancora più complicata l’accettazione delle domande, ci si sarebbero però messi pure gli uffici scolastici. Come è accaduto con l’Ambito territoriale di Roma.
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A questo proposito, ci segnala un nostro lettore inserito nella classe di concorso A046 (Scienze Giuridico-Economiche) della provincia capitolina, che ad inizio settembre tutte le assegnazioni provvisorie su questa disciplina d’insegnamento – provinciali ed interprovinciali – sono state negate per “indisponibilità di sede”.
I docenti interessati, si sono così messi l’anima in pace. Rimanendo in servizio nella sede di titolarità. Salvo scoprire, qualche giorno dopo, che a Roma e provincia i posti sulla A046 c’erano. E non erano nemmeno pochi: scorrendo le convocazioni dei docenti precari inseriti nelle GaE, infatti, risulta che per il giorno 3 ottobre, martedì prossimo, sono stati convocati dieci candidati e, in subordine, altri 13. Per loro, ci sarebbero a disposizione delle cattedre vacanti. Quindi, i posti liberi, anche se non tantissimi, ci sono. Altrimenti, non si sarebbero convocati 23 candidati precari.
Il motivo per il quale sia stato detto invece formalmente, a quei docenti di ruolo che chiedevano l’assegnazione provvisoria a Roma, che non vi fossero sedi libere (o tali fino al 30 giugno 2018) negli ambiti territoriali del posto, rimane un mistero. È assai improbabile, infatti, che siano state inserite in organico solo in questi ultimissimi giorni.
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