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Cattedre scoperte e orari ridotti: l’USR Lazio chiede alle scuole informazioni arcinote

La vicenda segnalata dal presidente dell’Anp Lazio Mario Rusconi e di cui abbiamo parlato in un altro articolo merita a nostro parere un rapido commento.
L’Anp lamenta che l’Usr regionale sta trasmettendo alle scuole le segnalazioni delle famiglie che protestano per la mancata nomina di supplenti o per le riduzioni di orario, sempre legate alla carenza di personale.
In questa fase le energie dei dirigenti scolastici e dei loro uffici sono tutte concentrate sulla ineludibile attività finalizzata a garantire il più possibile il servizio scolastico.
Che ci siano difficoltà nel reperire personale supplente per “coprire” le assenze dei docenti titolari è risaputo e soprattutto dovrebbero ben saperlo gli Uffici regionali che tra la fine di agosto e la prima metà di settembre si sono trovati di fronte ad una situazione anomala con convocazioni a vuoto, rinunce ad incarichi, graduatorie esaurite e così via. Non dovrebbe essere una novità per nessuno il fatto che quest’anno a fronte di decine e decine di migliaia di cattedre disponibili gli uffici regionali e provinciali siano riusciti ad attribuirne una parte decisamente limitata: in molte province del nord la “copertura” è andata poco al di là del 20%, al sud è andata un po’ meglio ma anche lì si segnalano disfunzioni di non poco conto.
Nel Lazio tantissime scuole stanno affrontando situazioni di vera emergenza e non si comprende davvero per quale motivo i dirigenti scolastici e i lori uffici debbano dedicare il proprio tempo a scrivere dettagliate relazioni da inviare all’Ufficio regionale per spiegare ciò che l’Ufficio dovrebbe sapere benissimo: non si riescono a coprire le assenze non perché le scuole (dirigenti scolastici e uffici di segreteria) se la stiano prendendo comoda ma semplicemente perché molte graduatorie sono esaurite, molti supplenti non accettano l’incarico e così via.
Non sorge il dubbio che se i dirigenti devono dedicare tempo a rispondere su questioni note e arcinote non potranno poi dedicarsi adeguatamente ad affrontare i veri problemi dell’emergenza?
Ma è possibile che anche in questa fase complessa e per certi versi un po’ drammatica l’Amministrazione continui ad essere preoccupata più degli adempimenti burocratici che dei risultati dell’azione amministrativa?
Siamo sicuri che sia questa la strada da seguire per superare l’emergenza?

Reginaldo Palermo

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