Permettere di accedere alle cattedre vacanti di sostegno a tutti quei docenti di ruolo assunti lontano da casa che chiedono di poterle occupare. Anche se sono privi di specializzazione. Replicando la deroga del 2016, invece negata la scorsa estate.
A chiederlo, come già scritto in un altro articolo, sono i ‘Nastrini rossi’ pugliesi, docenti stabilizzati dalla ‘Buona scuola’ ed assunti al Nord, che il 4 gennaio a Bari hanno manifestato davanti la sede del Consiglio regionale pugliese con una delegazione composta da oltre trenta insegnanti.
“Chiediamo alle organizzazioni sindacali ed a chi ci governa un atto concreto con il nuovo contratto delle assegnazioni provvisorie. Questo – ha spiegato ancora la portavoce del gruppo – deve essere aperto a tutti e non solo ai docenti con il titolo del sostegno, che permette di rientrare con più facilità tra le moltissime cattedre a tempo determinato”.
“Noi chiediamo che queste cattedre, che ad oggi sono affidate anche a docenti senza alcun tipo di abilitazione, siano date – ha concluso – a quei docenti meridionali che chiedono di poter rientrare per poter riabbracciare le proprie famiglie”.
L’iniziativa prosegue la protesta avviata il 28 dicembre scorso a Catania “in un fronte unito di rivendicazione dei diritti soprattutto – ha spiegato la portavoce del gruppo, Francesca Marsico – delle donne e delle lavoratrici, oltre che delle loro famiglie. Stimiamo in 30 mila i docenti costretti a lasciare le proprie famiglie al Sud per avere una cattedra al Nord. Continuiamo a sentirci danneggiati e per questo continua anche la nostra protesta”.
I promotori della pretesta chiedono, in definitiva, di continuare a insegnare nella loro “terra e veder rientrare quei docenti pugliesi o siciliani, comunque meridionali, che oggi sono costretti a lavorare lontano”.
Sulla vicenda pesano non poco le ultime sentenze che tutelano il diritto di precedenza per ricongiungimento familiare. Con una di queste, il Tribunale di Monza, con l’ordinanza del 19 dicembre 2017 ha accolto il ricorso una docente di Termini Imerese assunta con la legge 107/2015 e titolare di cattedra in Lombardia.
Il giudice ha così spiegato la decisione: “la disposizione del giudice è fondata sugli art. 7 e 9 del CCNI Mobilità, alla parte in cui si evince che l’assegnazione provvisoria sui posti di sostegno deve essere effettuata innanzitutto in favore dei docenti a tempo indeterminato aventi la relativa specializzazione, in mancanza di questi ai docenti a tempo indeterminato non specializzati, che abbiano presentato la relativa domanda, i quali hanno precedenza rispetto ai docenti precari non specializzati”.
Da un punto di vista teorico, il ragionamento del giudice non fa una piega. In pratica, però, come si fa a stabilire se, in primis, un posto può essere o meno assegnato ad un docente precario specializzato? L’assegnazione, si verifica infatti quasi sempre nel mese di settembre, a ridosso dall’inizio delle lezioni. Mentre le assegnazioni provvisorie sono precedenti: si completano, in genere, per la fine di agosto.
Decidere di aprire anche ai non specializzati, come chiedono i ‘Nastrini Rossi’, è quindi tecnicamente problematico. A meno che il Miur non decida di completare le nomine con tempistiche e “incastri” diversi. Ad esempio, accordando le assegnazioni provvisorie ad anno scolastico iniziato. Con tutti i problemi che ne derivano, soprattutto agli alunni disabili. In ogni caso, tutto andrebbe deciso al più presto, all’interno della sequenza contrattuale della mobilità 2018.
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