Sono più di 4.500 i posti rimasti vacanti nella scuola dell’infanzia dopo i trasferimenti e poco meno di 11mila quelli disponibili nella primaria.
Lo ha reso noto nei giorni scorsi la Flc-Cgil che ha rielaborato in modo analitico i dati forniti dal Miur.
Per quanto concerne la scuola dell’infanzia si tratta di circa 3.500 posti comuni e 1.200 di sostegno distrbuiti, come sempre, in modo disomogeneo sul territorio nazionale.
In tre regioni del nord (Piemonte, Lombardia e Veneto) sono concentrati più di 1.500 posti, mentre al sud la disponibilità è decisamente più contenuta: poco più di 200 posti nell’intera Sicilia, 260 in Puglia, meno di 200 in Calabria; va un po’ meglio alla Campania alla quale restano 370 cattedre.
Stessa situazione, fatte le dovute proporzioni per la primaria.
In Lombardia i posti vacanti sono 3.300, in Piemonte più di 1.350 e in Veneto più di 1.600. Ben diversi i numeri nelle regioni del sud: 270 in Puglia, 250 in Calabria, meno di 300 in Sicilia e 380 in Campania.
I posti serviranno per le immissioni in ruolo e in parte anche per i movimenti annuali (assegnazioni provvisorie e utilizzazioni).
A meno di un intervento straordinario sugli organici delle regioni del sud, peraltro del tutto improbabile, in considerazione dei tempi necessari per una operazione del genere, non si vede in che modo il Ministero potrà far rientrare al sud le migliaia di docenti in servizio nelle regioni del nord.
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