La questione delle cattedre vuote a inizio anno scolastico affligge la scuola italiana. Nonostante il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi si ostini a dire che si tratta di un problema inesistente e che tutti i docenti sono in classe, i vari sindacati si continuano a lamentare della situazione.
La Gilda degli Insegnanti, in un comunicato stampa, ha spiegato il nocciolo della questione: “Se molti alunni non hanno ancora tutti i professori in classe, la responsabilità è del sistema di reclutamento che fa acqua da tutte le parti. Il problema, dunque, non sta nella mancanza di docenti nelle graduatorie, ma nelle procedure concorsuali che puntualmente si impantanano. Dallo scorso anno a oggi siano stati banditi cinque concorsi senza che nessuno si sia concluso, con graduatorie che ancora devono essere compilate”. Per il sindacato, per evitare questo annoso problema, si dovrebbe intervenire sulle modalità concorsuali.
Ecco l’elenco dei fattori che hanno causato questo caos nelle cattedre italiane secondo la Gilda: “Le numerose rinunce da parte dei commissari d’esame, che non possono godere di esoneri e percepiscono compensi irrisori rispetto all’impegno che viene loro richiesto; gli errori registrati negli scritti del concorso bandito nel 2020; il ritardo sulla tabella di marcia del concorso straordinario bis, che si sarebbe dovuto concludere entro il 31 agosto e, invece, è ancora in corso. La conseguenza di tutto ciò è che, rispetto al contingente previsto, le immissioni in ruolo effettuate finora sono poco più della metà”, si legge nel comunicato.
Disagi per supplenti e per studenti
“Anche sul fronte del reclutamento supplenti si registrano notevoli disagi a causa del sistema informatizzato che in molti casi non ha rispettato – aggiunge la Gilda – i diritti di graduatoria dei docenti plurititolati con anni di esperienza. I quadri delle disponibilità, pubblicati tardi, spesso sono risultati sbagliati e molti docenti sono stati costretti a presentare domanda alla cieca o per posti inesistenti”.
“Oltre agli insegnanti, a fare le spese di questo sistema fallimentare sono anche gli studenti che subiscono il solito valzer di supplenti, con buona pace della tanto invocata continuità didattica”, conclude il sindacato.