Nel suo editoriale di domenica 8 marzo 2015, pubblicato in prima pagina dal Corriere della Sera (“La Scuola cattiva è questa”) Ernesto Galli della Loggia elenca una serie di brutti mali “sociali” del nostro paese inducendo sottilmente il lettore ad attribuirne la responsabilità al sistema “Scuola”.
Un articolo, quello di Galli della Loggia, caratterizzato da facili considerazioni sociologiche e permeato da generalizzazioni e luoghi comuni.
Nel trattare un argomento di grande attualità come la Riforma della Scuola, Galli della Loggia scrive: “.. Che cosa è diventata negli anni la Scuola italiana lo si capisce guardando all’Italia di oggi. Un paese che non legge un libro ma ha il record di cellulari, con troppi parlamentari semianalfabeti e persino incapaci di parlare la lingua nazionale, dove prosperano illegalità e corruzione… un paese di cui vedi i giovani compulsare ossessivamente i loro smartphone… le qui energie, allorché si trovano in pubblico, sono perlopiù impiegate in un gridio ininterrotto, nel turpiloquio, nel fumo, nella guida omicida-suicida di motorini e macchinette varie; di cui uno su mille, se vede un novantenne barcollante su un autobus gli cede il posto. Essendo tutti, come si capisce, regolarmente scolarizzati….”.
Più avanti nel suo articolo, il giornalista aggiunge: “… in troppe scuole italiane domina un permissivismo sciatto, un’indulgenza rassegnata. troppo spesso è consentito fare il comodo proprio o quasi, si può tranquillamente entrare e uscire dall’aula praticamente quando si vuole, usare a proprio piacere il cellulare…”
Dove sbaglia, in maniera plateale, l’editorialista del Corriere della Sera?
A mio avviso, il primo errore è quello di vedere la Scuola come panacea di tutti i mali della società Italiana. Addirittura, ad essa sembra quasi venga attribuito il compito di contrastare le multinazionali dei telefonini e le loro campagne invasive di marketing, di contrastare le multinazionali del tabacco e dell’alcol, dei giochi d’azzardo, di correggere quegli orribili e diseducativi palinsesti di radio e televisioni, di correggere la malamministrazione, la malaeducazione, magari anche la malasanità.
Dove vive Galli Della Loggia? Possibile che un bravo giornalista e professore universitario quale lui è, non sappia che oggi la Scuola Italiana è forse l’ultimo fortino assediato che resiste, l’ultimo baluardo della convivenza civile che non è stato ancora completamente espugnato e distrutto?
La Scuola, pur bersagliata da leggi nefaste e blocchi dei pensionamenti, è un sistema che ancora regge rispetto all’indebolimento generale di tutte le altre strutture istituzionali su cui si regge il paese: Welfare e integrazione, Famiglia, Pubblica Amministrazione, Mercato del Lavoro, Sanità ecc ecc
Dunque, vedo semplicismi e generalizzazioni nelle argomentazioni del politologo Galli della Loggia. Ogni istituzione scolastica è immersa in un bacino demografico a se stante e deve fare i conti con il territorio e con gli utenti del servizio. Le strategie e i progetti educativi si applicano tenendo conto del contesto ambientale. La Scuola come “isola purificante nel deserto” non esiste, non è praticabile.
Dopo anni di lavoro “sul fronte”, posso dire che la Scuola è ancora una risorsa preziosa, un argine fondamentale al completo imbarbarimento della nostra società.
È vero che essa ha problemi di organizzazione, di eccesso di precariato e di innovazione, ma è anche vero che si rischia di peggiorare la situazione se si forniscono irresponsabilmente all’opinione pubblica e ai decisori politici, analisi sociologiche fuorvianti e irrealistiche.
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