“La firma di oggi è un traguardo fondamentale per la parte economica del contratto, che permetterà il prosieguo delle trattative sulla parte normativa e sugli ordinamenti professionali dei vari settori che compongono il comparto“. A dirlo, il presidente Aran, Antonio Naddeo, dopo la firma dell’Ipotesi di CCNL sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e ricerca – triennio 2019-2021.
“A questo primo accordo – ha sottolineato Naddeo – faranno seguito oltre al contratto per la parte normativa, le integrazioni per la parte economica previste dall’accordo politico firmato ieri con l’impegno del ministro per l’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, a reperire le risorse aggiuntive in legge di Bilancio per il 2023. Ringrazio tutti i sindacati per il positivo e proficuo apporto per la chiusura del Contratto”.
Come sappiamo, la sottoscrizione dell’accordo nel pomeriggio di ieri, 11 novembre 2022, consente di erogare l’anticipazione della parte economica che interessa 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenente ai settori scuola e AFAM (compresi 850mila docenti) e 77.255 appartenenti ai settori Università (con esclusione dei docenti) ed enti di ricerca.
Nell’ipotesi firmata è previsto un incremento del trattamento tabellare per tutti i dipendenti del comparto, nonché un incremento delle indennità fisse e ricorrenti.
L’incremento medio lordo mensile per 13 mensilità per tutto il comparto è pari a 98 euro.
Per quanto riguarda il personale docente, gli incrementi medi lordi ammontano a 101 euro mese, pari a un incremento percentuale superiore al 4,2%.
Il Contratto consentirà la corresponsione di arretrati per 2.362,49 euro medi per tutto il personale della scuola (per i docenti l’ammontare è di 2.450 euro medi).
Gli arretrati e i benefici saranno erogati entro fine anno, come da impegno del Governo. Il negoziato preseguirà con riguardo al trattamento giuridico e agli ulteriori aspetti del trattamento economico.
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