Pino Aprile parte da lontano e in modo particolare dalla necessità e dalla importanza dello studio della letteratura per formare buoni cittadini, problematica messa in evidenza da illustri critici letterari italiani, i quali si indignano pure che nell’elenco dei 24 autori fondamentali indicati dal Ministero, allora guidato da Maria Stella Gelmini e non modificato dai degni successori, manchino scrittori stranieri, tranne Baudelaire. Ciò, per tanti intellettuali, è inaccettabili in una società globalizzata, come è inaccettabile che nell’elenco ministeriale ci siano solo maschi e una sola donna, Elsa Morante, a ricordarci che il genere umano ha almeno due sessi.
Indignazione dunque, scrive Aprile, per queste esclusioni, ma nessuno dice nulla né si arrabbia sul fatto, gravissimo per l’autore di “Terroni”, che siano stati cassati “tutti gli scrittori e i poeti meridionali dalle indicazioni del Ministero per l’insegnamento della materia nei licei. Non uno, per tutto il Novecento, il secolo più fertile. Questa vergogna dura da quattro anni (“indicazioni nazionali per il curricolo”, in relazione al Decreto Presidente della Repubblica 89 del 2010)”.
“Cancellati, se terroni, pure i premi Nobel per la letteratura: Salvatore Quasimodo, Grazia Deledda!”
“Quindi”, continua Aprile, “per scempio ministeriale, i nostri studenti, da quattro anni, apprendono che in un intero e fertilissimo secolo, nessun terrone scrisse un verso, una pagina degni di essere ricordati”.
Nonostante le proteste di gruppi agguerriti di intellettuali e scrittori, e gli interventi di molti uomini politici che firmarono richieste di revisione delle “indicazioni” e ben quattro interrogazioni parlamentari in due anni, “poeti e autori meridionali restano fuori, pur passando da una ministra forzista d’anima leghista, la bresciana Gelmini, a un “tecnico”, con il governo Monti, l’ingegnere ligure Francesco Profumo, a Maria Chiara Carrozza, Pd, rettore della Sant’Anna, pisana.
“Secondo alcuni”, scrive Aprile, “la cancellazione dei poeti terroni è frutto solo di ignoranza. Ma gli ignoranti non possono restare al ministero dell’Istruzione: cacciarli, subito. Però, considerata l’unità e la continuità di azione contro cultura e scuole del Sud, pur cambiando i ministri, temo sia volontà politica”, mentre “i cantori dell’anima meridiana sono ancora clandestini. A meno che insegnanti liberi e coraggiosi, nonostante il Ministero, li tirino fuori dalle catacombe e li facciano conoscere agli studenti”.
“Ora c’è una nuova ministra, Stefania Giannini, toscana, di Scelta Civica. Se pensa che i nostri liceali debbano sapere di Quasimodo, Deledda, Bodini, Alvaro, Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Ortese, Vittorini, Gatto, Scotellaro, Sinisgalli, de Libero, Pierro, Silone, Marotta, Bufalino… sa cosa deve fare. Altrimenti, sul muro della vergogna, accanto ai nomi dei suoi predecessori, c’è posto per il suo”.
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