Una lezione di miseria umana, pochezza civica, ignavia politica e sciacallaggio sindacale, tutto in uno.
Quest’uno è l’accordo raggiunto nottetempo, alla vigilia di ferragosto, tra governo, presidi e sindacati del personale della scuola.
Eccolo: per consentire ai 213.277 no vax di aggirare l’obbligo del green pass si scaricherà sugli istituti il costo dei tamponi pari a 15 euro pro-capite ogni 48 ore.
Ovvero, 48 milioni di euro al mese da riversare sulla fiscalità generale: il prezzo di 120.000 PC o 40.000 LIM.
Una beffa per l’85,45% del personale scolastico che, per senso civico e obbligo morale, si è vaccinato.
Una italianata che dà ai ragazzi la misura di come qui si fanno le norme per il bene comune e subito dopo si aggirano a vantaggio di pochi.
Uno Stato serio avrebbe o verificato la presunta fragilità di chi sostiene di non potersi vaccinarsi mediante visita fiscale presso ospedali militari, senza certificazioni di comodo o autocertificazioni mendaci e sospeso dal servizio tutti gli altri come prescrive il decreto.
L’esercizio di squallore sindacale è tutto nel rincorrere e blandire una porzione residuale di negazionisti e sfascisti (magari proponendo lucrose e pretestuose azioni legali) canzonando nei fatti quanti, per rettitudine e senso del dovere, hanno tutelato la salute propria e quella dell’intera comunità scolastica, ma non solo.
Gianfranco Pignatelli
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