Cecilia Sala, giornalista de Il Foglio e autrice del podcast Stories per Chora Media, è stata arrestata il 19 dicembre dalle autorità iraniane mentre si trovava a Teheran con un visto regolare per realizzare reportage. Da allora è rinchiusa nel carcere di Evin, noto per ospitare dissidenti politici, in una cella di isolamento. La Farnesina ha reso noto che l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione, in coordinamento con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e la presidenza del Consiglio.
Sala era partita per l’Iran il 12 dicembre e avrebbe dovuto rientrare il 20. La mattina del 19, il suo telefono è diventato muto dopo uno scambio di messaggi. La preoccupazione è scattata immediatamente: Chora Media e il suo compagno, il giornalista Daniele Ranieri, hanno allertato l’Unità di Crisi della Farnesina. Poche ore dopo, Cecilia è riuscita a contattare brevemente sua madre per informarla del suo arresto. Da quel momento, le autorità italiane hanno avviato i negoziati per chiarire la sua situazione legale e riportarla a casa
L’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, ha visitato Sala, che si trova in buone condizioni generali. L’ambasciata si è attivata per farle recapitare generi di conforto e prodotti per l’igiene personale. Chora Media ha dichiarato: “La sua voce libera è stata silenziata, e l’Italia e l’Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario”.
L’Iran è al 176° posto su 180 nel Press Freedom Index 2024 di Reporters Without Borders. Dal 2022, con l’inizio delle proteste “Donna, vita, libertà”, 79 giornalisti sono stati arrestati e molti condannati a pene severe. Il carcere di Evin, dove Cecilia è detenuta, è tristemente famoso per le dure condizioni imposte ai dissidenti.
L’arresto di Sala ha suscitato una forte reazione politica in Italia. Il Senato ha aperto una seduta con interventi trasversali di solidarietà. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha assicurato che il governo italiano, con il coinvolgimento diretto del presidente Giorgia Meloni e del ministro Tajani, lavora incessantemente per la sua liberazione. Anche Elly Schlein, Matteo Renzi, Angelo Bonelli e Riccardo Magi hanno espresso preoccupazione e chiesto interventi diplomatici urgenti.
Tra le testimonianze di solidarietà, Alessia Piperno, travel-blogger arrestata e detenuta nello stesso carcere nel 2022, ha scritto: “Sono con te, seduta a terra in quella cella dalle pareti bianche”.
Il giornale per cui lavora Sala ha lanciato un appello alla mobilitazione: “Il giornalismo non è un crimine. L’arresto di Cecilia Sala non è solo un attacco a una giornalista, ma un’aggressione a tutto ciò che in Occidente consideriamo intoccabile: la libertà di stampa. Ogni giorno di prigionia è un giorno in cui la libertà viene calpestata. Riportiamola a casa”.
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