Didattica

Cellulare a scuola, Azzolina: “Sì, ma solo per fini didattici”

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Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a margine del convegno “Media education” alla Camera dei Deputati, ha parlato dell’utilizzo dello smartphone a scuola: “Sì al cellulare a scuola se serve per fini didattici. Lo smartphone è uno strumento e come tale bisogna saperlo utilizzare – ha detto -. Ho visto tanti ragazzi utilizzarlo per studiare e lavorare, con delle app innovative. Ci sono delle scuole che stanno facendo cose grandiose dal punto di vista dell’innovazione didattica, se lo smartphone può servire a questo ben venga, ma non per altre cose come chattare. Deve servire per finalità didattiche. Anche lì c’è del lavoro da fare”.

E aggiunge: “Rilanceremo i temi del Piano Nazionale Scuola Digitale. Da una parte dobbiamo fornire agli studenti le competenze digitali per utilizzare in modo corretto il web, comprese le nozioni di base del coding. Dall’altra però è indispensabile anche la modernizzazione in chiave digitale degli istituti scolastici, fornendo alle scuole le tecnologie per connettersi alla rete e strumenti didattici moderni. Anche questo è un fronte su cui abbiamo ripreso i lavori e velocizzare pianificazione e spesa. Da oggi riparte il confronto su questi temi, lo ripeteremo sui territori. E le porte del Ministero saranno sempre aperte per chi vorrà dare il suo contributo”.

Nel corso dell’iniziativa il ministro ha annunciato anche una serie di interventi sempre in ambito digitale: “Stiamo anche scrivendo le Linee Guida per l’Educazione civica con un chiaro riferimento alla Media Education che riteniamo importante come l’Educazione ambientale. La scuola deve aiutare i giovani a rovesciare il paradigma attuale: oggi siamo spesso in balia dell’emotività incontrastata di individui o gruppi che si scontrano come tifoserie sui social su qualsiasi argomento, che si cimentano nell’esercizio dell’odio, del disprezzo, dell’insulto gratuito o della denuncia inappropriata, dell’approssimazione moralistica. Non si tratta di reprimere l’individualità che può esprimersi attraverso i social media. Si tratta – ha detto conclusione –  di temprare all’umanità consapevole, si tratta di educare alla saggezza, si tratta di recuperare quell’Etica del discorso che Habermas ci ha insegnato”.

Andrea Carlino

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