L’utilizzo di apparecchiature tecnologiche esterne ha sempre rappresentato un problema per la scuola e l’espletamento delle relative funzioni di natura educativa. La didattica non riesce a configurarsi con l’utilizzo di strumenti che, in alcuni sistemi scolastici, costituiscono un alleato dell’apprendimento in numerose discipline, in particolare quelle STEM (pensiamo alla realizzazione dei grafici in geometria, statistica e matematica).
La chiave sta nella decifrazione degli elementi a supporto piano della didattica in un’età tecnologicamente avanzata nella quale le nuove generazioni costituiscono un punto di forza; occorre però ricordare che su di loro si manifestano le imperfezioni dell’abuso, quali distrazione, scarsa concentrazione, isolamento e cyberbullismo. La discussione sul divieto dei telefoni cellulari in classe, che in Italia parte nel 2007 durante il Ministero Fioroni, è al centro di particolari studi di natura didattica e non solo, atta a comprendere quali elementi sani occorre salvaguardare per produrre materiale didattico ed esperienze sempre più immersive, in relazione alle nuove esigenze di una società sempre più digitale ed informatizzata.
Il caso olandese: divieti o compromessi?
I dispositivi, inclusi i telefoni cellulari, saranno banditi dalle aule per impedire loro di interessare l’apprendimento, ha annunciato il governo olandese. L’iniziativa è stata introdotta in collaborazione con le scuole ed entrerà in vigore all’inizio del prossimo anno. Ci saranno alcune eccezioni, anche per gli studenti con esigenze mediche o disabilità e per le classi incentrate sulle competenze digitali. Il divieto non è legalmente applicabile ma potrebbe diventarlo in futuro. “Anche se i telefoni cellulari sono quasi intrecciati con le nostre vite, non appartengono alla classe”, ha detto il ministro dell’Istruzione Robbert Dijkgraaf. “Gli studenti devono essere in grado di concentrarsi lì e avere tutte le opportunità per imparare correttamente. Sappiamo dalla ricerca scientifica che i telefoni cellulari interessano negativamente questo processo”.
Anche altri supporti di natura tecnologica, inclusi tablet e smartwatch, sono inclusi nel divieto olandese. Il governo ha affermato che spetterà alle singole scuole concordare le regole esatte con insegnanti, genitori e alunni, inclusa la possibilità di vietare completamente i dispositivi nelle scuole. Lo schema è il risultato di un accordo tra il ministero, le scuole e le organizzazioni collegate. Sarà riesaminato alla fine dell’anno scolastico 2024/2025 per vedere se ha dato i risultati sperati o se occorre far riferimento ad un divieto formale.
E in Italia?
Il dicastero di Viale Trastevere da oltre un decennio cerca di legiferare sul tema. Risalgono al 2007 le prime norme relative all’utilizzo dei telefonini (più in generale si fa riferimento ad apparecchiature tecnologiche) in classe per ovviare problemi di concentrazione ed apprendimento. Nonostante ciò, il 19 dicembre 2022 è stata emanata una circolare che definisce vietato l’utilizzo di tali dispositivi in aula, chiarendo dunque le posizioni ministeriali. Il Ministero ha dichiarato che, in sede di definizione della circolare in oggetto, di far riferimento alla Relazione Finale dell’Indagine conoscitiva della 7° Commissione Permanente del Senato della Repubblica del 9 giugno 2021, dove si evince che l’utilizzo eccessivo ed abuso di telefonini e tablet ha effetti simili all’utilizzo di droghe con analoghe implicazioni sulla salute umana.
In verità il Ministero ha solo ricalcato un provvedimento normativo già emesso: la Circolare del 15 marzo 2007 n. 30 stabiliva infatti il divieto durante le ore di lezione, con le dovute eccezioni. Si precisa inoltre che l’utilizzo è consentito in caso di fini inclusivi, didattici e formativi (obiettivi di cittadinanza digitale, art. 5 L. 20 agosto 2019 n. 92) e per alunni con bisogni educativi speciali.