L’utilizzo dei dispositivi elettronici in classe non direttamente compatibili con le attività didattiche, come suggeriscono aggiornati report OMS e UNESCO circa le relative dipendenze sviluppate dai giovani nei confronti dei social media, costituiscono la principale causa del calo attentivo, del basso rendimento – esclusi i casi DSA ove si diagnosticano problematiche riconosciute – e della complessa gestione delle attività di lezione e simili da parte dei docenti. In Europa il confronto, nonostante le norme spesso risalgano ad oltre un decennio fa e siano state ridimensionate (il caso italiano con Fioroni del 2007 e della successiva puntualizzazione via nota dell’attuale Ministero a guida Valditara), è ancora aperto, in quanto le disposizioni necessitano di opportuna secolarizzazione: i dispositivi elettronici, come sostengono numerosi studi (primo tra tutti quello dei 200 Tools for Learning di Jan Hearth), possono rivelarsi infallibili alleati delle attività didattiche e laboratoriali. Per tale assunto ne è ammesso l’utilizzo in classe sotto supervisione e consenso del docente. In alcune nazioni del Regno Unito (Scozia e Galles in particolare) si è proceduto al divieto definitivo – con opportune eccezioni per gli studenti che ne necessitano per il monitoraggio di sistemi salvavita o come supporto effettivo all’apprendimento – mentre nella limitrofa Irlanda il dibattito risulta ancora aperto: il Ministero si prepara a varare una norma decisiva che ne garantisca il divieto assoluto in netta contrapposizione con le famiglie.
Si prevede che i ministri del Consiglio approveranno a stragrande maggioranza le nuove linee guida sul divieto degli smartphone nelle scuole dal ministro dell’Istruzione Norma Foley. Le proposte daranno un forte sostegno politico alle scuole che desiderano vietare i dispositivi all’interno delle scuole e inviteranno i genitori a estendere il divieto per i bambini più piccoli anche al di fuori dell’orario scolastico. Se il codice di condotta proposto dal ministro Foley venisse ampiamente adottato, potrebbe prevedere un divieto volontario di vendita di smartphone a tutti i bambini che frequentano ancora la scuola primaria, su iniziativa dei rispettivi genitori. Le proposte di divieto sono state rivelate per la prima volta in un rapporto esclusivo dell’Irish Mirror, testata locale, la scorsa settimana. Una fonte vicina al ministro Foley ha dichiarato che sta portando il piano di divieto al governo perché il Ministero vuole inviare un messaggio politico di sostegno diretto – anche in termini economici – alle scuole che adotteranno tale provvedimento. La Foley basa le sue proposte sul cosiddetto modello Greystones, cittadina in cui tutti i genitori della zona si sono uniti e hanno concordato di non acquistare telefoni per i propri figli mentre frequentano ancora la scuola elementare.
Tutte le scuole primarie del Paese dovranno effettuare un sondaggio tra i genitori per vedere se questi desiderano che gli smartphone siano vietati per i loro figli. Ieri, 6 novembre, il Ministro dell’Istruzione Norma Foley ha ricevuto l’approvazione dal governo per le iniziative volte a limitare l’uso dei dispositivi per i bambini di tenera età. La decisione è motivata dalle preoccupazioni sulla potenziale esposizione dei bambini delle scuole primarie al cyberbullismo, ai contenuti violenti e sessuali e ad altri danni online tramite smartphone. La ricerca ha anche dimostrato che i ritmi del sonno, della concentrazione e dell’attività fisica dei bambini possono essere seriamente influenzati dalla sovraesposizione ai dispositivi elettronici ad ampio spettro cognitivo. Non si tratterà di un divieto assoluto, ma se la maggioranza dei genitori nelle singole scuole voterà a favore del divieto di acquistare smartphone per i propri figli, allora agli altri genitori verrà chiesto di adeguarsi. Il Ministro delle Finanze Michael McGrath, suo vicino di gabinetto, afferma che lo scopo principale di questa misura è quello di evidenziare i rischi legati all’uso degli smartphone. “Molte scuole dispongono già di ottimi controlli e sistemi in base ai quali gli smartphone non possono essere utilizzati all’interno della scuola. Penso che si tratti di sensibilizzare a un livello più ampio sui pericoli degli smartphone. Riconosciamo quanto siano importanti per i bambini, per l’adolescenza in termini di socializzazione, ma dobbiamo tutti essere consapevoli dei rischi molto elevati.”
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