L’OMS e ONU, nonché le principali organizzazioni di salute pubblica locali ed internazionali, accusano gli abusi relativi ai dispositivi elettronici, in grado di provocare, oltre alla consueta dipendenza dagli stessi, vere e proprie psicopatie afferenti all’ansia sociale e relazionale, disturbi depressivi e limitazione nelle interazioni emotive. In classe questi possono costituire alleato – come sosteneva Jan Heart già nel lontano 2010 – della professione docente in funzione dell’erogazione di una didattica sempre più digitale, inclusiva e pratica che metta a frutto le abilità richieste dal mondo del lavoro in continua evoluzione, o nemico della pratica didattica dato l’elevato potere di distrazione ed assorbimento dell’attenzione per i quali si caratterizzano. Regno Unito ed Olanda, attraverso direttive di precisazione emesse il mese scorso, hanno provveduto a bandire i dispositivi elettronici – per fini naturalmente non didattici – a scuola, mentre in Italia, salvo puntualizzazioni alla Legge Fioroni del 2007, siamo all’applicazione delle norme in riferimento alla singola sensibilità dei docenti e dell’istituto.
Le Nazioni Unite hanno messo in guardia dai rischi degli smartphone nelle scuole, affermando che “solo la tecnologia che supporta l’apprendimento” è ammissibile negli istituti. I dispositivi mobili possono causare distrazioni, mettere a rischio la privacy degli alunni e portare al cyberbullismo, afferma l’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura. Ma meno di un paese su quattro ha leggi o politiche che vietano i telefoni nelle scuole, rileva il rapporto emesso l’estate scorsa. Nel Regno Unito, i presidi stabiliscono le norme e disposizioni da adottare, ma nella maggior parte degli istituti si applicano restrizioni formali.
Manos Antoninis, autore del rapporto 2023 Global Education Monitor, ha dichiarato alla BBC che il loro studio ha rinvenuto “esempi di utilizzo degli smartphone a scuola che distrae gli studenti dall’apprendimento e allo stesso tempo aumenta i rischi per la loro privacy”. Gli studenti non dovrebbero essere completamente protetti dalla tecnologia, ha affermato Antoninis, ma i paesi devono fornire indicazioni migliori su quale tipo di tecnologia dovrebbe essere consentita per l’apprendimento attivo in classe. Diversi studi hanno dimostrato che vietare i telefoni cellulari nelle scuole migliora il rendimento scolastico, osserva il rapporto. Nel 2021, l’allora segretario all’Istruzione, Gavin Williamson, ha chiesto il divieto dei telefoni cellulari nelle scuole in Inghilterra, ma le attuali linee guida del Dipartimento per l’Istruzione (DfE) affermano che spetta ai presidi decidere se i telefoni cellulari possono essere utilizzati durante il periodo scolastico. giorno di scuola.
Nel Belpaese il tema dell’utilizzo dei telefoni cellulari in classe – specie se questi si configurano come elementi a supporto o complementari alla didattica fontale – è da sempre un elemento di discussione. La nota n. 107190 del 19 dicembre 2022 emessa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito a guida Valditara contiene delle precisazioni circa la presenza e l’uso di dispositivi elettronici personali con un puntuale riferimento alla Privacy di alunni e docenti. La nota richiama la circolare del 15 marzo 2007, n. 30, con la sono state emanate da questo Ministero (a guida Fioroni) le “linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”. Questa inoltre precisava che “l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi”.
La nota emessa lo scorso anno insiste sul limitare l’utilizzo dei dispositivi elettronici “quali strumenti compensativi di cui alla normativa vigente, nonché, in conformità al Regolamento d’istituto, con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative”. Le scuole debbono dunque, in fase di suddetta limitazione, tener conto delle eventuali esigenze di salute e di apprendimento dello studente (connessione di dispositivi a macchine salvavita o per segnalazioni mediche da remoto).
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