Estero

Cellulari in classe, nel Regno Unito gli studenti dicono “no” al ban

Le recenti disposizioni del Ministero dell’Istruzione britannico hanno comportato divisione non solo tra docenti e personale – circa gli strumenti e le strategie educative da adottare – ma anche in seno alla comunità scolastica, la quale si trova in sofferenza: l’assenza di un reale supporto informatico in sede didattica sembra sconvolgere la vita di migliaia di giovani. Ma c’è di più: il Ministero punta il dito contro gli effetti negativi dell’uso sproporzionato e scorretto dei dispositivi individuali (in particolare dovuto ai Social Networks) e le relative carenze sperimentate in sede d’esame ed apprendimento. Difatti, gli ultimi dati del PIRLS 2023/24 evidenziano sì un primato degli studenti anglosassoni nelle discipline e le competenze di base (lettura, scrittura e comprensione del testo) ma anche delle preoccupanti carenze e cali in termini di rendimento in matematica e lingue straniere.

Tutto questo, secondo il Ministero, non si deve solo ed esclusivamente alle varie chiusure scolastiche dovute all’emergenza sanitaria da COVID-19 (2020 – 22) ma anche dall’utilizzo dei cellulari in classe. Il ban, predisposto a livello nazionale, ha visto applicazioni più o meno rigorose sotto l’egida dei rispettivi Dirigenti Scolastici e responsabili di sede. Gli studenti, in ogni caso, la ritengono una misura del tutto illiberale ed estrema; molti parlano di libertà di comunicazione ed espressione. Valutiamo assieme come l’opinione pubblica scolastica si sta dilettando con il tema.

L’iniziativa e la posizione del Ministero

I telefoni cellulari saranno vietati nelle scuole in tutta l’Inghilterra come parte del piano del governo per ridurre al minimo i disagi e migliorare il comportamento in classe. Le nuove linee guida sui telefoni cellulari nelle scuole pubblicate in data 19 febbraio 2024 sostengono i presidi nel vietare l’uso dei telefoni cellulari durante la giornata scolastica, compresi gli intervalli. Molte scuole in tutto il paese stanno già vietando l’uso dei telefoni cellulari con ottimi risultati sin da prima che la disposizione entrasse in vigore.

Questa guida, secondo il Ministero, garantirà un approccio coerente in tutte le scuole. All’età di 12 anni, il 97% degli studenti ha un proprio telefono cellulare, secondo Ofcom. L’uso dei telefoni cellulari a scuola può portare a bullismo online, distrazione e interruzione delle lezioni che, a loro volta, possono portare alla perdita di tempo di apprendimento ed alla riduzione delle prestazioni. L’anno scorso, l’UNESCO ha chiesto che gli smartphone fossero vietati nelle scuole poiché i dati a loro disposizione dimostravano che erano collegati a un rendimento scolastico ridotto e che un tempo eccessivo trascorso davanti allo schermo aveva un impatto negativo sul benessere degli studenti, insiste il Ministero. Le scuole saranno supportate nel vietare l’uso dei telefoni cellulari con esempi di diversi approcci, tra cui il divieto di utilizzo dei telefoni nei locali scolastici, la consegna dei telefoni all’arrivo a scuola e la conservazione dei telefoni chiusi a chiave a scuola.

Preoccupazioni in vista: studenti e famiglie a confronto

La guida risponderà alle preoccupazioni dei genitori sui telefoni cellulari, con gli ultimi dati del National Parent Survey di ParentKind, che rivelano che il 44% dei genitori è preoccupato per la quantità di tempo che i propri figli trascorrono sui dispositivi elettronici, percentuale che sale al 50% tra i genitori di studenti delle scuole secondarie. Generare aspettative elevate sul comportamento è una priorità per il governo, afferma il Ministero nel comunicato ufficiale di febbraio 2024, che si basa sull’investimento di 10 milioni di sterline in hub comportamentali che supporteranno fino a 700 scuole in 3 anni, nonché sulle attuali linee guida sul comportamento nelle scuole.

Questa operazione si basa sui recenti risultati di ranking ottenuti da alcuni istituti d’eccellenza: l’89% delle scuole valutate con alti valori da Ofsted, rispetto al solo 68% del 2010. Tuttavia, alcuni attivisti hanno affermato che i divieti disposti dal Ministero non ridurranno i rischi in materia di sicurezza on-line. Gli studenti, in particolare nella città di Greenwich, hanno dato vita a dei circoli spontanei e a delle proteste che si sono protratte nelle scorse settimane antecedenti la ripresa delle attività didattiche. Striscioni come: “non siamo malati, rivogliamo la nostra libertà” sono apparsi in numerosi servizi televisivi locali. Il timore delle autorità è che tali disposizioni potrebbero produrre spaccature, tensioni sociali, elemento che gli studenti in protesta hanno ripreso e rimarcato in molteplici occasioni.

Andrea Maggi

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