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Cellulari in classe, Valditara dice “basta” a chi chatta anziché concentrarsi: farò una circolare, a scuola si va per studiare

Il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari in classe porrebbe arrivare dall’alto, dal ministero dell’Istruzione. Ad annunciarlo è il ministro Giuseppe Valditara: intervenuto a Porta a Porta, il 6 dicembre, il numero uno del dicastero bianco di Viale Trastevere ha detto di volere “intervenire sulla vicenda dei cellulari in classe con una circolare” e “vedremo se fare altre iniziative”.

La circolare Fioroni era corretta

Valditara ha ricordato che “già una circolare dell’ex ministro Giuseppe Fioroni aveva vietato i cellulari nelle classi, 15 anni fa, autorizzando sanzioni, a cui non sono favorevole, nei confronti di chi li usava in aula”.

La circolare firmata “Fioroni prevedeva punizioni per chi veniva trovato con il cellulare”. Perché, ha aggiunto, “si tratta di fare come si fa al cinema: quando si va in classe il cellulare non lo si può usare, io chiedo solo questo”.

Sempre Valditara ha ricordato che successivamente “la ministra Valeria Fedeli invece approvò una sorta di decalogo che liberalizzava i cellulari ma poi quel decalogo non fu trasformato in una norma”.

Il ministro ha quindi detto che la VII Commissione permanente del Parlamento nel 2021 ha detto che “è preoccupante la riduzione di capacità dialettica” derivante dall’uso del cellulare a scuola. E più la scuola si apre ai cellulari, più calano gli studi. La Commissione ha quindi auspicato di “vietare l’uso degli smartphone e di dare maggiore spazio all’esercizio della memoria”.

“La scuola è una cosa seria”

L’attuale ministro dell’Istruzione ritiene che “a parte quando il cellulare sia richiesto, in classe si va per studiare e concentrarsi, non per chattare”.

Quindi, “vanno predisposte le misure per evitare che in classe si faccia altro, come peraltro già stabilito”.

Per il titolare del ministero di Viale Trastevere “è un problema di civiltà e di considerare la scuola una cosa seria: dove ci sia rispetto per gli insegnanti, gli altri compagni e verso i beni pubblici, che sembra scontato ma sono soldi nostri. Poi è la collettività che mette i soldi per riparare i danni”, ha concluso Valditara.

La normativa oggi

Già attualmente, ricordiamo, gli smartphone e i telefoni cellulari vengono utilizzati in classe solo per motivi didattici: ogni singola scuola stabilisce, però, come fare adottare tale indicazione generale, prevedendo, attraverso il proprio regolamento d’Istituto approvato dagli organi collegiali, le modalità d’uso dei telefoni e le sanzioni da adottare per gli studenti che dovessero infrangere il regolamento.

Di recente, Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni: ”Ogni istituto redige ed attua un regolamento interno condiviso tra il preside, i docenti, le famiglie e gli alunni, che prevede una serie di norme comportamentali da parte degli alunni e dei docenti”.

“Tra le altre cose viene pure regolamentato l’utilizzo o meno dei device (smartphone e tablet) dentro l’edificio scolastico e per l’intera durata della permanenza in esso sia da parte degli studenti, sia da parte di insegnanti”, ha concluso Rusconi.

Alessandro Giuliani

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