L’Istat ha pubblicato a fine 2022 i nuovi risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura raccogliendo dati su tutte le aziende agricole presenti in Italia, 1.133.023. Dai nuovi dati emerge come l’agricoltura italiana si stia orientando verso un modello gestionale più moderno rispetto al passato. Un dato emerge come interessante e nuovo: la presenza dei giovani nel settore agricolo. Se da un lato gli ultimi dati indicano la perdita di circa il 20% delle aziende guidate da under 35 negli ultimi 10 anni, e rispetto al 2010, nel 2020 la percentuale di aziende agricole con capo azienda giovane è scesa dall’11,5% al 9,3%, è vero dall’altro che i capo azienda giovani tendono a guidare particolari tipologie di aziende, fortemente caratterizzate da alcuni fattori identificativi.
Che caratteristiche hanno le aziende guidate dai giovani? Sono soprattutto più grandi della media, con terreni in affitto e non di proprietà, con almeno un’attività connessa, propense verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali, estremamente digitalizzate (le aziende informatizzate dei giovani sono il 33,6% contro il 14,0% dei non giovani) e innovative (il 24,4% dei giovani ha realizzato innovazioni contro il 9,7% dei non giovani). Inoltre, il capo azienda giovane ha un titolo di studio più elevato della media e frequenta corsi di aggiornamento (il 46,5% ha frequentato almeno un corso di formazione, mentre fra gli over 40 il 27,2%). Le imprese agricole giovani sono più digitalizzate, multifunzionali e competitive, seppure ancora troppo poche per tenere il passo con un settore che offre invece molte potenzialità. Sono 12 mila le aziende con titolari under 40 con almeno un’attività connessa, fra cui agricoltura sociale, fattorie didattiche, produzione di energia rinnovabile.
Il Censimento dice che sono circa 20 mila i laureati con meno di 40 anni a capo di un’azienda agricola in Italia, di cui 15 mila con una laurea che non ha nulla a che fare con l’agricoltura, e altri 4.700 sono laureati in agricoltura. Oltre 52 mila, le aziende under 40 mandate avanti da un diplomato, e solo 14 mila di questi hanno un diploma in Agraria. Altre 6 mila aziende sono gestite da ragazzi con un titolo professionale sempre non agrario e ulteriori 4 mila da chi ha un titolo triennale professionale in ambito agricolo. Insomma, l’agricoltura chiama i giovani al di là della formazione pregressa, anche chi aveva iniziato percorsi completamente diversi. Nel complesso degli over 40, invece, i laureati a capo di azienda agricola sono 89 mila, di cui 12 mila con laurea in agraria, gli altri in tutt’altro.
Le giovani aziende agricole sono in percentuale maggiore nel Meridione: quasi 60 mila imprese, contro le 16 mila del Centro, e le poco più di 30 mila del nord. Inoltre, il 14,5% delle aziende agricole gestite da titolari under 40 coltiva biologico contro il 5,8% delle aziende portate avanti da persone più anziane: 15 mila imprese su 104 mila under 40, contro 60 mila su 1.025.642 over 40.
Sono sempre di più le donne imprenditrici agricole, anche se con bassa prevalenza fra le giovanissime: una su quattro nel 2000, una su tre nel 2020 fra i capi azienda. L’imprenditrice agricola donna è a capo di aziende più piccole – una media di 7,7 ettari rispetto ai 12 degli uomini, e vive al Centro-Sud.
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