Anche dal Centro studi investimenti sociali giungono conferme sul sempre maggiore numero di studenti con cittadinanza non italiana presenti nelle nostre scuole: negli ultimi cinque anni, la presenza di alunni stranieri è infatti più che raddoppiata passando da 239.808 (nel 2002-2003) a 500.924 (nel 2006-2007) con un’incidenza pari al 5,6%. In particolare, tra il 2005-2006 ed il 2006-2007 il tasso di crescita è oscillato tra il 12,8% della scuola primaria ed il 23,8% della scuola secondaria di II grado.
Il Censis però non si è fermato alla mera trasmissione di dati e percentuali: all’interno del 41mo rapporto annuale sulla situazione sociale dell’Italia sono contenuti anche gli interessanti risultati delle interviste fatte a 414 docenti operanti all’interno di istituti ad alta concentrazione di alunni stranieri.
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Censis: è boom alunni stranieri, i docenti chiedono l’aiuto di esperti esterni
Quel che emerge dalla ricerca qualitativa è la forte richiesta di supporto specialistico e di aggiornamento didattico metodologico da parte degli insegnanti: gli esperti di didattica rivolta agli stranieri, indifferentemente se frequentanti scuole elementari o medie, hanno infatti segnalato l’esigenza di poter contare su un maggiore supporto da parte di soggetti esterni alla scuola. In particolare gradirebbero fortemente la presenza in classe sia di esperti e mediatori culturali (83,5%) che di rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali (80%).
In rapporti relazionali supererebbero anche le criticità più strettamente legate agli aspetti didattici, che pure vengono significativamente evidenziate: il 78,4% dei docenti intervistati, e soprattutto quelli della scuola primaria, ritiene infatti molto o abbastanza problematiche le difficoltà di comunicazione e di comprensione della lingua italiana da parte degli alunni di origine immigrata; il 77,9% degli stessi segnala la difficoltà di conciliare l’età anagrafica dei ragazzi giunti in età scolare e le conoscenze da loro effettivamente possedute.
Un problema, quest’ultimo molto sentito negli istituti, soprattutto a livello di scuola secondaria di primo grado.
In rapporti relazionali supererebbero anche le criticità più strettamente legate agli aspetti didattici, che pure vengono significativamente evidenziate: il 78,4% dei docenti intervistati, e soprattutto quelli della scuola primaria, ritiene infatti molto o abbastanza problematiche le difficoltà di comunicazione e di comprensione della lingua italiana da parte degli alunni di origine immigrata; il 77,9% degli stessi segnala la difficoltà di conciliare l’età anagrafica dei ragazzi giunti in età scolare e le conoscenze da loro effettivamente possedute.
Un problema, quest’ultimo molto sentito negli istituti, soprattutto a livello di scuola secondaria di primo grado.
I numeri ‘confortano’ la tesi dei docenti: in assoluto la percentuale di alunni in ritardo nel proprio percorso di studio rispetto alla propria età è infatti pari al 13,2%; mentre tra gli alunni stranieri il valore sale fino al 43,2%, aumentando progressivamente con l’elevazione del ciclo di studi.
Un altro nodo critico è poi legato alla preparazione e all’utilizzazione del corpo docente: secondo il Centro studi investimenti sociali è evidente la scarsa preparazione degli insegnanti nell’affrontare il rapporto con culture diverse (75,9%); la carenza di strumenti e materiali di supporto alle loro attività (73,1%); l’assenza di momenti di formazione e confronto con altri docenti (72,7%).
Un altro nodo critico è poi legato alla preparazione e all’utilizzazione del corpo docente: secondo il Centro studi investimenti sociali è evidente la scarsa preparazione degli insegnanti nell’affrontare il rapporto con culture diverse (75,9%); la carenza di strumenti e materiali di supporto alle loro attività (73,1%); l’assenza di momenti di formazione e confronto con altri docenti (72,7%).