Il capitolo sui processi formativi contenuto nel Rapporto 2016 sulla situazione sociale del Paese realizzato dal Censis si apre sul tema del bullismo.
Il rapporto è stato presentato il 2 dicembre e passa in rassegna i più importanti aspetti della società italiana.
Più della metà degli 11-17enni (il 52,7% per la precisione) ha subito nel corso dell’anno comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più giovani, di 11-13 anni e quasi un ragazzo su cinque è oggetto di questo tipo di soprusi almeno una volta al mese.
Le ragazze sono particolarmente esposte ad attacchi di cyberbullismo (il 25%). Secondo i 1800 dirigenti scolastici intervistati dai ricercatori del Censis gli atti di bullismo si svolgono prevalentemente nei luoghi di aggregazione (47,5%), nel tragitto casa-scuola (34,6%) e nelle scuole stesse (24,4%).
E ancora: tre dirigenti su 4 dichiarano di aver dovuto gestire più casi di bullismo nel corso della propria carriera scolastica; uno su ha dovuto affrontare casi di cyberbullismo.
Secondo l’80% dei dirigenti, quando i loro figli sono coinvolti in episodi di bullismo, i genitori tendono a minimizzare l’accaduto e parlano di “scherzi” fra ragazzi. Solamente il 12% dei dirigenti segnala atteggiamenti collaborativi da parte delle famiglie.
Almeno un dirigente su due dichiara di aver organizzato iniziative di informazione rivolte alle famiglie, ma spesso con una scarsa partecipazione dei genitori.
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