Quando si parla di scuola digitale e del futuro si indicano i computer, i tablet, le Lim. Ma ancora troppo poco si parla di “fabbisogno di connettività”, per la quale occorrono 650 milioni di euro all’anno. La stima è del Censis che contabilizza una bolletta per internet veloce nelle scuole “chiavi in mano’ a circa 7,9 euro al mese per studente. I quali andrebbero finanziati con nuovi impegni di spesa sul bilancio dello Stato o delle amministrazioni territoriali o con un maggiore coinvolgimento dei privati.
Sempre il Censis ha rilevato che la la riforma della scuola avviata dal Governo Renzi riuscirà solo se non destinerà le risorse “in modo autoreferenziale, secondo una logica corporativa, non toccando tutti i difetti strutturali sui quali è necessario investire ulteriori e significative risorse per attuare una riforma di sistema della funzione educativa”.
In attesa di questi investimenti, l’anno scolastico si apre con una spesa a carico delle famiglie di 110 euro all’anno per alunno, che serviranno per le varie spese di funzionamento degli istituti. Con significative differenze a livello territoriale: si passa da 177 euro all’anno per alunno nella regione Lazio a 101 euro in Lombardia, a 81 euro in Sicilia e 74 euro in Campania. Mentre il fabbisogno per compiere la transizione strutturale della scuola è di 1.377 euro all’anno per ciascun alunno, da finanziare con nuovi impegni di spesa sul bilancio dello Stato o delle amministrazioni territoriali o con un maggiore coinvolgimento dei privati.
Oggi queste spese nei bilanci delle scuole (al netto delle retribuzioni del personale) ammontano complessivamente a 2,5 miliardi di euro (escluse le spese per la manutenzione degli immobili a carico degli enti locali e per le pulizie): sono sostenute per il 37,2% dallo Stato, per il 29,7% dalle famiglie (mense, gite, contributi volontari), per il 13% attraverso fondi europei, per il 7,5% dai Comuni, il 7,1% è a carico delle Regioni e il 3,2% delle Province. I soggetti privati, diversi dalle famiglie, contribuiscono solo per il 2,3% (donazioni, sponsorizzazioni, affitti).
Sempre il Censis ha anche calcolato che occorrono 2,2 miliardi di euro all’anno – per i prossimi cinque anni – per edifici, attrezzature e tecnologie della scuola italiana. Di questi, il 76% da destinare agli edifici e il 24% alle attrezzature e all’arredo scolastico. La scuola dell’infanzia assorbe il 28% del fabbisogno, la primaria il 37%, la secondaria inferiore il 18% e la secondaria superiore il 17%.
Per l’edilizia scolastica le risorse messe in campo dal governo per il biennio 2014-2015 ammontano a poco più di un miliardo di euro, a cui si dovrebbe aggiungere un altro miliardo grazie agli investimenti Inail e ai mutui per l’edilizia scolastica, oltre alle risorse derivanti dall’8 per mille e dai fondi europei. “Si tratta di importi significativi, specie se si considera la latitanza degli anni passati, ma appena sufficienti ad affrontare l’emergenza”, conclude il ‘Diario’ del Censis.
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