Elena Centemero, intervistata dal Sole 24 Ore, conferma per lo più la politica scolastica del suo partito, Forza Italia.
Infatti per la deputata, responsabile della scuola per il suo partito, i 200 milioni per il merito, stabiliti dalla “Buona scuola”, vanno confermati, perché vanno riconosciute “le professionalità e valorizzate in particolare quelle dei docenti, ma anche dei dirigenti e del personale amministrativo”.
Stesso discorso per la chiamata diretta che “è la possibilità di individuare le risorse umane più adatte all’offerta formativa di una scuola. Possiamo spiegare alle famiglie e ai genitori perché questo non dovrebbe avvenire? Pensiamo invece a come renderla più semplice ed efficace utilizzando, ad esempio, le reti di scuole”.
Anche sull’alternanza, dice Centemero, “pensiamo a un grande piano nazionale per avere più donne e uomini nelle scienze, nel digitale e nelle tecnologie: in una parola curriculum Stem a cui sono strettamente connessi i lavori del futuro. Un’alternanza di qualità e il rafforzamento dell’apprendistato e del sistema duale. Un investimento nell’orientamento verso gli istituti tecnici, le lauree professionalizzanti e gli Its per formare le professionalità del futuro”.
Da modificare invece “il sistema di reclutamento e anche il 3 + 2 universitario. Cinque anni di università e altri tre anni per diventare docenti questo è il Fit. Un sistema arretrato, elefantiaco, che poco rispetta le aspirazioni dei giovani e la qualità dell’insegnamento”.
Occorre invece, spiega la deputata forzista, potenziare “tutta l’area scientifica. Nei prossimi 5 anni ci sarà bisogno di figure professionali che le imprese non riescono a trovare. Ad oggi mancano 20.000 tecnici. Nel settore del digitale ci saranno 900mila posti di lavoro, nel 2018 8,65 milioni di lavoratori saranno legati alle Stem (area scientifica Scienze, Tecnologie, ingegneria, matematica). Se ci fossero, poi, lo stesso numero di donne e di uomini nel mercato del lavoro digitale il Pil dell’Unione Europea crescerebbe 9 billioni di Euro. Noi vogliamo investire nella competitività del Paese e il curriculum Stem è la via”.
Di contro però, per garantire la continuità didattica, bisogna ripristinare “il vincolo triennale di permanenza, mantenendo le stesse regole sulla mobilità per almeno tre anni e nel frattempo attuando su base pluriennale un correttivo graduale al disastro del piano straordinario di assunzioni della buona scuola”.
Contestualmente, spiega Centemero a Il Sole 24 Ore, c’è un gran “bisogno di riformare il sistema italiano della ricerca e connetterlo più strettamente alla produzione. Nel campo medico, ad esempio, proponiamo di creare una infrastruttura nazionale, che permetta la traslazione dei risultati della ricerca in fase clinica in alcune aree strategiche. Penso alla Chemioterapia, alle Terapie per le malattie neurodegenerative e alle Nano medicine. E questo è un esempio. La ricerca è troppo separata dal prodotto. La scienza per la scienza non può essere la priorità, i risultati della ricerca scientifica devono infatti servire, in tempi brevi, alla società e a migliorare le condizioni di vita di donne e uomini”.
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