Politica scolastica

Centemero (FI) su programma Lega-M5S: realistico, se ci fossero le risorse

Anche ad Elena Centemero, dirigente scolastica in un istituto superiore di Vimercate (MB) e responsabile scuola di Forza Italia, abbiamo chiesto un giudizio sul contratto di Governo Lega-M5S

Qual è la sua prima impressione del programma?

Vengono affrontati alcuni problemi reali e urgenti della scuola italiana in primi quello dell’edilizia scolastica che è un problema strutturale molto grave che riguarda le scuole di ogni ordine e grado ma in particolare le superiori che a causa della mancanza di fondi delle province si trovano in una situazione veramente difficile e complessa.
Ci sono aspetti che anche FI aveva evidenziato nel proprio programma, mi riferisco ad esempio al superamento delle criticità della Buona Scuola, in particolare quelle legate al piano straordinario di assunzioni e alla mobilità.
Nel contratto si parla poi di regionalizzazione dei ruoli, operazione sulla quale anche noi siamo favorevoli.

Ci sono aspetti positivi quindi.ii

Un tema affrontato bene è quello della alternanza scuola lavoro: secondo noi la ASL è una ricchezza per le scuole (peraltro era stata introdotta dal ministro Letizia Moratti) in quanto orienta i nostri ragazzi verso il loro futuro; la quantità di ore prevista non è funzionale alla organizzazione scolastica: 200 ore nei licei sono un monte ore troppo elevato rispetto alla reale necessità, ne basterebbero 100, mentre negli istituti tecnici potrebbero essere 200.
Mi pare apprezzabile anche l’attenzione alla valorizzazione dei docenti attraverso la loro formazione e il loro l’aggiornamento che però devono essere obbligatori.

Cosa non la convince?

Lega e M5S parlano di cancellazione della chiamata diretta che però di fatto non esiste.
Il primo anno, per esempio, molti dei docenti che erano stati chiamati non avevano poi assunto servizio e lo scorso anno molti dirigenti non l’hanno neppure fatta.
Mancano alcune cose, come la modifica del FIT che è un percorso lunghissimo di tre anni e con una retribuzione irrisoria; bisognerebbe anche pensare alla trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto.
Manca un cenno al tema dei PON, la cui gestione è oggi molto complicata: sarebbe necessaria una semplificazione  delle procedure per permettere allo scuole di usufruire di questi fondi in modo più agevole.
Senza dimenticare la necessità di poter avere in tempi brevi anche un nuovo Testo Unico della scuola in modo da rendere più semplice ed efficace il governo della scuola.

Luci e ombre, insomma…

Secondo me non c’è una visione della scuola: loro dicono di essere per un governo del cambiamento, ma allora si poteva fare un passo in più.

Cioè?

Per esempio si deve affrontare la questione del trattamento economico dei docenti che ora sono pagati troppo poco rispetto alla quantità di lavoro che fanno.

Se dovesse sintetizzare con un aggettivo il programma, quale userebbe?  Realistico, utopistico o modesto?

Direi realistico perché mi pare che in alcune parti si potrà realizzare, ovviamente a condizione che vengano stanziate le risorse necessarie

Reginaldo Palermo

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