La deputata Pdl pur partendo dal presupposto che i docenti italiani lavorerebbero meno della media Ocse (nella scuola primaria l’insegnamento è di 770 ore annuali, 630 nella scuole medie e superiori, mentre tra i Paesi più industrializzati la media è di 782 ore nella primaria, 704 nelle medie e 658 nelle superiori), sottolinea pure il fatto che sarebbe possibile ritoccare le ore a patto di aumentare anche i salari.
Infatti nella scuola primaria italiana, un docente guadagna in un anno 27.015 dollari all’inizio e 39.762 alla fine della carriera, di contro la media Ocse tocca i 28.523 dollari al primo impiego e i 45.100 dollari alle soglie della pensione. E lo stesso divario si avverte anche per medie e superiori.
Sulla questione relativa al baratto, proposto dal Governo, di 15 giorni in più di ferie con sei ore settimanali” in più di insegnamento, Elena Centemero, responsabile nazionale della Scuola del Pdl, afferma: “E’ un errore culturale, perché passa un’immagine dei docenti come persone che non lavorano”. Il governo, in sostanza, è convinto che i docenti lavorino troppo poco. Perché, se l’esecutivo “offre” 45 giorni di ferie (piuttosto che 30), secondo una relazione tecnica allegata al ddl stabilità, i giorni passati a casa oscillano tra i 13 e i 16 giorni per Natale e Pasqua e tra i 78 e gli 87 nel periodo estivo. Su questo punto, però, si può discutere. “Siamo disponibili a trattare su un orario superiore alle 18 ore, ma devono essere retribuite”, sostiene Centemero. Vista l’ondata di proteste, anche il ministro Profumo sembra disposto ad apportare modifiche. “Un intervento di questa natura deve essere oggetto di contrattazioni. Non può essere calato dall’alto un provvedimento che comporta tagli da 700 milioni. Anche perché la scuola, dal 2008 a oggi, ha rinunciato a 8 miliardi”.
E poi resta il problema dei precari. Circa 30 mila, secondo i sindacati. Più ore di lavoro significa meno supplenze. “Resta il problema occupazionale”, dice Centemero. “Ma la priorità è dare ai docenti la giusta retribuzione. Stiamo attenti a quello che stiamo facendo. Questo provvedimento è offensivo
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