Attualità

Centenario Alberto Manzi, ‘il maestro’ che negli anni ’60 insegnò a leggere e a scrivere a milioni di adulti analfabeti

È andato in onda sull’allora canale Nazionale della Rai e poi sul secondo programma, tra il 1960 e il 1968, per un totale di 484 puntate. Aveva lo scopo di insegnare a leggere e scrivere agli italiani adulti ancora totalmente o parzialmente analfabeti. E ce ne erano parecchi all’epoca! Di quale programma parliamo? Ma certo, è proprio di ‘Non è mai troppo tardi’ che parliamo, il ‘corso di istruzione popolare per adulti analfabeti’, una delle trasmissioni più seguite, apprezzate e amate di tutti i tempi. Al timone, quello che per tutti è diventato il maestro Manzi.

Oggi, 3 novembre 2024, in occasione del centenario della sua nascita, ci sembra doveroso ricordarlo, il pedagogista, saggista e romanziere Alberto Manzi, scomparso nel 1997, maestro per antonomasia di tutti gli italiani. Sì, perché anche chi aveva seguito corsi di studi regolari amava sedersi davanti al piccolo schermo, la sera, per ascoltare le sue lezioni. Chiarezza espositiva, empatia e una metodologia già molto moderna per l’epoca sono state le  chiavi del suo successo: il maestro Manzi, a modo suo, ‘ha fatto l’Italia’, culturalmente parlando.

Ma Alberto Manzi è stato un intellettuale e ricercatore a tutto tondo, con una duplice formazione, umanistica e scientifica. L’enciclopedia Treccani, che a giusto titolo gli ha dedicato una voce, spiega che la generazione di giovani studiosi di pedagogia a cui apparteneva Alberto Manzi – influenzati dal pensiero di due grandi pedagogisti come John Dewey e Lev Vygotskij – si poneva sopra tutti il problema di come insegnare in una società arretrata a forte base rurale contadina; il problema, cioè, di come insegnare ai poveri.

In questo senso, un evento sicuramente centrale per Alberto Manzi – ricorda ancora la Treccani – fu il viaggio in America latina: la sua duplice formazione, scientifica e pedagogica, fece valere qui la sua peculiarità. Nell’estate del 1955, infatti, Manzi ricevette dall’università di Ginevra un incarico per ricerche scientifiche nella foresta amazzonica. Andato per studiare le formiche, vi avrebbe scoperto molto di più. Fu la rivelazione delle condizioni sociali del mondo rurale latino americano, tra Ande e Amazzonia, e l’inizio di un rapporto fino al 1977. Da allora in poi, tutte le estati, Manzi si sarebbe recato ad insegnare ‘agli indios’ a leggere e a scrivere, prima da solo e poi accompagnato da un gruppo di studenti universitari. Il ‘maestro’ elaborò un vero e proprio programma per la scolarizzazione dei contadini sudamericani e nella sua attività poté contare sull’appoggio del pontificio ateneo salesiano.

Ma il vero successo, che fa di Alberto Manzi un divo televisivo ante litteram, arriva con ‘Non è mai troppo tardi’, trasmissione ideata dal pedagogista di matrice cattolica Nazzareno Padellaro, direttore generale del Ministero della pubblica istruzione. Il programma andava in onda in orario preserale per dare la possibilità agli alunni di seguirlo dopo il lavoro. In tutta Italia furono allestiti 2000 punti di ascolto per sopperire alla mancanza di apparecchi televisivi in molte case e ogni gruppo di studenti era seguito sul posto da un o una insegnante. Solo nel primo anno di trasmissione, oltre 35.000 italiani ottennero il diploma di scuola elementare.

Come si può leggere sul sito delle Teche Rai, Manzi insegnava con pazienza, creatività e passione a leggere e a scrivere, integrando gli argomenti ministeriali con tematiche di attualità e contribuendo alla diffusione dell’italiano standard accanto ai dialetti parlati nella penisola. Tanti gli ospiti famosi che di tanto in tanto entravano in studio, da Aldo Fabrizi, a Gino Bartali e Carlo Campanini.

Una, fra tutte, la frase che riassume al meglio la sua idea educativa: “Se vogliamo vincere tutti la fame, la miseria, la schiavitù di non saper leggere e di non saper scrivere, e soprattutto se vogliamo sconfiggere la cosa più terribile di tutte, l’ignoranza, si deve studiare. Soltanto l’istruzione potrà far sì che tutta l’umanità possa vivere meglio”.

Chi volesse dare un’occhiata, perché troppo giovane per averlo visto o soltanto per il piacere di rivederlo, potrà trovare una selezione di puntate di ‘Non è mai troppo tardi’ al seguente link: https://www.teche.rai.it/2022/12/non-e-mai-troppo-tardi/

Le puntate sono tutte bellissime, ma se non avete molto tempo e volete un consiglio, guardate quella del 24 febbraio 1961, in cui per la prima volta il maestro Manzi riceve in studio alcuni dei suoi allievi venuti dalla provincia romana. Emozionante.

Gabriele Ferrante

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