Il viso scavato, gli occhi azzurri, grandi che scrutano l’interlocutore. Accanto l’inseparabile “lettera 22” e sulla scrivania un quotidiano aperto. Così è stato disegnato Indro Montanelli, il giornalista “controcorrente”, come amava definirsi, sul francobollo dal valore di 60 centesimi emesso dalle Poste il 22 aprile, a cento anni esatti dalla sua nascita.
Un francobollo, nato dal bozzetto di Gaetano Ieluzzo e stampato dall’Officina Carte Valori dell’Istituto Poligrafico e zecca dello Stato, in rotocalcografia, su carta fluorescente, non filigranata, che ci dà la possibilità di tornare a parlare di un uomo che ci manca: un personaggio che attraverso la sua passione, competenza, schiettezza e incisività comunicativa avrebbe attratto sicuramente le nuove generazioni sempre più prive di riferimenti certi. Un uomo spesso burbero e scontroso, da buon toscanaccio, ma che, fedele alle sue convinzioni, era anche profondo assertore della difesa ad oltranza delle proprie idee in opposizione a quelle degli altri “anche quando sono quelle della massa”. “Questo francobollo – ha spiegato il presidente di Poste Italiane, Giovanni Ialongo – rende omaggio a un grande italiano, il cui stile inconfondibile e intramontabile, costituisce un modello di scuola per addetti ai lavori e per le giovani generazioni. Montanelli è stata una delle figure più rappresentative del ‘900. Il giornalista, l’intellettuale, lo storico e lo scrittore che ha raccontato le diverse fasi dell’evoluzione sociale, politica e culturale del Paese”. Descritte sempre nel modo il più possibile obiettivo e coerente. Con quella coerenza che nel 1991, dieci anni prima della morte, lo portò a rifiutare la carica di senatore a vita propostagli dall’allora presidente della Repubblica, Francesco Cossiga: “perché il mio credo è un modello di giornalista assolutamente indipendente”. Un modello di cui oggi si sono perse le tracce. Ma a cui tutti, in particolare i giovani, dovremmo sempre fare riferimento.