Il Comune di Genova ha lanciato in questi giorni, per l’anno scolastico 23-24, un progetto innovativo e ha (ri)portato in aula oltre cento nonni educatori, uomini e donne over 65, per condividere con i bambini le esperienze della loro gioventù, per promuovere la connessione intergenerazionale e la conservazione delle tradizioni locali. Il progetto è stato realizzato dall’assessorato alle Politiche dell’istruzione del Comune di Genova in collaborazione con il Garante comunale dei Diritti degli Anziani e l’associazione 50&più. A novembre è stata lanciata dal Comune di Genova una call to action, seguita da una riunione dove ai nonni volontari sono stati illustrati il programma e gli obiettivi del progetto. Oltre 100 over 65 hanno aderito con entusiasmo, dimostrando l’interesse e la volontà di condividere le ricchezze della propria esperienza con le giovani generazioni.
Iniziato nella scuola comunale dell’infanzia Glicine del quartiere di Quezzi, in Valbisagno, il progetto coinvolge in tutto 9 scuole dell’infanzia comunali, una per ogni Ambito territoriale.
Ogni scuola dell’infanzia svilupperà temi diversi in relazione alle esperienze degli anziani partecipanti e al contesto sociale di appartenenza, con le modalità e le tempistiche ritenute più opportune; i volontari hanno potuto iscriversi a uno o più scuole contemporaneamente.
Gli incontri si concentreranno su argomenti come i giochi di una volta, il modo di andare a scuola, le abitudini alimentari del passato e gli antichi mestieri ormai in via di estinzione.
Ogni nonno-educatore avrà l’opportunità di ripercorrere le tappe più importanti della propria infanzia, vissuta per tutti loro nel secondo dopoguerra, quando la maggior parte dei bambini non acquistavano i giocattoli dal momento che le loro famiglie non potevano permetterseli e spesso se li costruivano da soli, a partire da materiali di riciclo o di scarto e con immaginazione e fantasia creativa. Il progetto mira a preservare il patrimonio culturale tramandato dagli antenati e le storie degli adulti diventano preziose per le nuove generazioni, occasione unica per coltivare la memoria collettiva e preservare le radici storiche e culturali.
Il progetto ha ottenuto il plauso del Garante comunale dei Diritti degli Anziani, Paolo Tanganelli, che ha sottolineato l’importanza della memoria del passato nel contesto dell’identità di un popolo raccontare ai bambini come si viveva e giocava in passato, insieme ai mestieri ormai dimenticati per contribuire alla formazione di una consapevolezza storica fin dalla giovane età. In futuro l’idea di aprire un Museo degli Antichi Giocattoli potrebbe ulteriormente arricchire questa preziosa iniziativa.
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