La chiusura dell’anno scolastico segna per milioni di famiglie italiane l’inizio di una lunga pausa durante la quale la gestione della prole rappresenta un problema, la cui soluzione è affidata in maggioranza ai centri estivi, diffusi capillarmente in tutto il Paese. L’Italia contempla circa dodici settimane di vacanze estive, e quest’anno, a causa delle elezioni europee, molti istituti hanno ulteriormente anticipato la chiusura. Il confronto con l’Europa ci dice che in altri paesi le vacanze estive vanno dalle 6-8 settimane (Francia, Germania, Liechtenstein, Regno Unito, Norvegia) alle 10-12 (Finlandia Grecia, Islanda, Portogallo, Spagna, Ungheria), la Lettonia e l’Italia chiudono l’elenco con 13 settimane.
Adoc (Associazione Difesa Orientamento dei Consumatori) e Eures (Ricerche economiche e sociali) hanno realizzato un’indagine sui costi dei centri estivi in cinque città – Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari – che ha rilevato un aumento del costo medio settimanale per una famiglia ad orario pieno di circa 154,30 euro e per l’orario ridotto a 85 euro. Calcolando otto settimane di iscrizione una famiglia arriverebbe a spendere in media 1.234 euro, che salgono a 2.382 euro per due figli, il che corrisponde a circa una volta e mezzo una retribuzione media.
Le differenze di costo sono significative a livello geografico, infatti i centri estivi del Nord Italia risultano i più cari, con un costo medio per una settimana di 175 euro a tempo pieno, contro i 148 euro del Centro e i 118 euro del Sud. Scorporando i costi, suddividendo quindi i costi per chi usufruisce del tempo ridotto, i costi settimanali scendono a 102 euro al Nord, 148 euro al Centro e a 58 euro al Sud.
Tra le città, Milano è la più cara con un costo medio a settimana di 218 euro (176 euro per l’orario ridotto), mentre a Bari il centro estivo con orario pieno costa mediamente 100 euro a settimana, 49 per l’orario ridotto e a Napoli costa 23 euro per il tempo pieno e 60 per quello ridotto; a Bologna, si spendono 148 euro per il tempo pieno e 98 per l’orario ridotto, mentre Roma il costo medio è di 137 euro per il tempo pieno e 90 euro per quello parziale.
L’indagine scende nel dettaglio, calcolando il costo medio per settimana per 8 settimane, per cui, per esempio, una famiglia milanese arriverebbe a spendere ben 1.748 euro per un figlio e 3.374 euro per due figli, a Bologna 1.180 euro per un figlio e a 2.278 per due figli, a Roma rispettivamente a 1.093 e a 2.110 euro, a Napoli 986 euro per un figlio e 1.902 euro per due e a Bari 802 euro e 1.548 euro .
Il servizio di refezione – mensa è quello più diffuso secondo l’indagine Adoc Eures, presente nel 75,3% dei casi, la merenda è inclusa nel 44,2 dei centri estivi, nel restante 55,8% si suggerisce di portare la merenda direttamente da casa oppure si “offre” ai bambini la possibilità di acquistare la merenda direttamente presso il bar presente nella struttura; il 25% dei centri estivi offre un servizio di pre e/o post-camp, con un costo aggiuntivo, consentendo alle famiglie di lasciare e riprendere i propri figli prima e oltre l’orario stabilito.
In Italia sono 5,6 milioni i bambini di età compresa tra 5 e 14 anni e oltre 3,5 milioni le famiglie alle prese con la chiusura delle scuole, ribadiscono i responsabili dell’indagine, la carenza dei servizi offerti è drammatica e ancor più ingiustificata, considerando che negli ultimi 15 anni il numero dei nati è diminuito del 35,2% (da 577 mila nel 2008 a 379 mila del 2023).
Per saperne di più https://adocnazionale.it/wp-content/uploads/2024/06/EURES_CENTRI-ESTIVI_29_05_2024.pdf
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