Nel processo di riduzione della spesa, dice l’esponente del Centro democratico di Bruno Tabacci, è mancata una scala di priorità e i tagli hanno colpito pesantemente settori chiave per lo sviluppo, dove invece è necessario riqualificare le risorse ed investire, come è nel caso dell’istruzione.
Insieme con Tabacci sostiene inoltre che senza una scuola rinnovata, “con docenti motivati e aggiornati professionalmente e senza giovani neo diplomati e neo laureati preparati al meglio, sarà impossibile per il Paese tornare a crescere. Il centrosinistra, con il Centro Democratico, è la coalizione che ha dimostrato la maggiore sensibilità su questi temi e dopo il 24 e 25 febbraio la scuola sarà una delle nostre priorità.
Occorre mettere fine agli interventi di riforma-tampone e avviare una serie di interventi mirati che restituiscano serenità e fiducia a tutto il comparto, a cominciare dall’attuazione di un sistema di reclutamento ordinario e regolare per i docenti, dall’aggiornamento di tutto il personale, non solo in entrata, ma durante tutto il percorso di carriera, all’adozione di sistemi di valutazione coerenti che misurino la qualità del servizio ed il grado di preparazione degli alunni”.
E servono poi programmi precisi che favoriscano l’integrazione degli studenti figli di immigrati.
Io ritengo, ha detto ancora Cinzia Dato, che l’investimento prioritario di una società sia nella scuola. La scuola che forma la nostra società, i nostri giovani; la scuola che garantisce le pari opportunità per tutti, a prescindere dalle famiglie e dai luoghi di provenienza. Per questo il tanto sbandierato criterio del merito è illusorio se non investiamo nell’istruzione, nei docenti, nella loro preparazione, nel loro reddito, nella loro valorizzazione sociale.
L’investimento nella scuola, continua Dato, costituisce il vero impegno nella prevenzione. Se investi nella scuola, stai investendo in civismo, nella sicurezza, perché più istruzione significa meno delinquenza, nello sviluppo e persino nella salute, così come dimostrato dalle ricerche più avanzate.
Oggi il primo fattore di crescita di un Paese è costituito dalle risorse umane e la missione della scuola è proprio quella di formarle e qualificarle.
L’altra risorsa è quel che si chiama “Conoscenza”, quindi ricerca, progresso tecnologico e civile, tutti fattori che sono garantiti da Scuola e Università.
Lì devono essere rivolti i nostri maggiori e prioritari sforzi. La competitività del sistema paese ha le sue radici nell’istruzione.
Da non scordare ancora la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica, che è in condizioni gravi e che potrebbe costituire, in un momento di emergenza lavorativa, una grande opportunità occupazionale.
Su questi come su altri temi il nuovo governo di centrosinistra sarà pronto al dialogo con le associazioni professionali degli insegnanti e dei dirigenti per un rinnovamento condiviso ed efficace della scuola italiana
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