La frequenza scolastica dovrebbe essere gratuita. La Costituzione parla chiaro: nell’articolo 33 c’è scritto che “l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, e` obbligatoria e gratuita”. Ma i tagli per la spesa sociale e agli enti locali si fanno sentire. Minacciando questo principio di base, che alla luce dell’ancora troppo alto numero di abbandoni scolastici diventa ancora più grave.
A Roma arredi a rischio
È di pochi giorni fa la comunicazione del Comune di Roma alle scuole superiori, con l’Anp Lazio pronta a dare battaglia, nella quale si annunciava che “non essendo stati stanziati nel bilancio 2019 dell’ente gli specifici fondi necessari per l’acquisto degli arredi scolastici, il dipartimento non ha la possibilità di evadere le richieste di fornitura pervenute”.
Dopo la denuncia del sindacato regionale guidato da Mario Rusconi, il Comune capitolino sembra essere tornato sui suoi passi, ma la minaccia di non rifornire gli istituti superiori di banchi, sedie e appendiabiti rimane viva.
Scuolabus nel mirino della Corte dei Conti
Ma sui bilanci dei Comuni ci sono anche altre spese che sono diventate a rischio. Come quella degli scuolabus. Tanto da fare intervenire la Corte di Conti, perché ne dichiari la non obbligatorietà.
Su questo punto è intervenuto il 26 luglio il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura al Senato e responsabile Istruzione della Lega, secondo cui sarebbe “pronto l’intervento per superare il pronunciamento della Corte dei Conti contro lo scuolabus gratuito, che costituirebbe un’altra tegola in particolare per i Comuni montani, i quali negli ultimi anni già hanno subito la chiusura di diverse scuole e per questo sono chiamati a garantire un servizio di trasporto agli alunni, alle prese con tragitti sempre più lunghi per andare a scuola”.
L’intervento salva scuolabus
Il problema di un eventuale taglio degli scuolabus, in effetti, diventa particolarmente grave laddove i bambini vivono in località distanti dalle scuole, soprattutto nelle zone montane. Cancellare il trasporto a scuola significherebbe mettere a repentaglio la loro frequenza, quindi il loro diritto allo studio garantito dalla Costituzione.
Sempre il senatore Pittoni ha detto che il testo dell’articolo per il decreto sulla scuola che ci si appresta a presentare in Consiglio dei ministri, dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di servizi di trasporto scolastico”, è praticamente pronto.
Pittoni (Lega): ecco la soluzione
“Fermo restando l’articolo 5 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 63, – dice ancora il senatore leghista – la quota di partecipazione diretta dovuta dalle famiglie per l’accesso ai servizi di trasporto degli alunni può essere, in ragione delle condizioni della famiglia e sulla base di delibera motivata, inferiore ai costi sostenuti dall’ente locale per l’erogazione del servizio, o anche nulla, purché sia rispettato l’equilibrio di bilancio di cui all’articolo 1, commi da 819 a 826, della legge 30 dicembre 2018, n. 145”.
“Gli enti locali – conclude Pittoni – devono poter incidere su questioni che possono determinare la permanenza in territori svantaggiati”.
Bussetti: conosciamo il problema e lo affronteremo
Nel corso della giornata, anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha garantito il mantenimento in vita degli scuolabus gratuiti per coloro che ne hanno diritto.
Ecco, il messaggio postato su facebook dal responsabile del Miur:
“Il questi giorni ho raccolto la preoccupazione di molti amministratori locali e di molte famiglie per una recente pronuncia della Corte dei Conti in materia di trasporto scolastico che impatta sulla possibilità per i Comuni di garantire tariffe agevolate e, dove necessario, la gratuità del servizio alle famiglie meno abbienti. Conosciamo il problema e lo affronteremo. Il Ministero dell’Istruzione ha già predisposto una norma che ho fatto inserire nel decreto legge che presenteremo a breve in Consiglio dei Ministri, probabilmente già la prossima settimana”.
“Con questo provvedimento garantiremo ai Comuni la possibilità di continuare a venire incontro alle famiglie che hanno più bisogno. Per un pieno diritto allo studio”, ha concluso Bussetti.