C’era una volta la scuola…

Gli insegnanti stanno perdendo la loro fondamentale funzione formativa e coeducativa e stanno vestendo i panni dei giostrai che invitano i ragazzi a salire su questa grande giostra dove il divertimento è assicurato, cioè i docenti staccano i biglietti per invitare gli alunni a prendere posto su questa giostra.

Gli alunni sembrano stare su un “grande tagadà”, dove la didattica sta assumendo i connotati di un puro e sano divertimento, quasi in segnare per divertire e non insegnare per far apprendere. Tutto viene trasformato in un momento ludico. Eppure la scuola deve essere una cosa seria: impegno, fatica, sacrificio e costanza.

Ci ritorna in mente il paese dei balocchi di collodiana memoria che vedeva Pinocchio immerso beatamente nei divertimenti. Nella scuola post gentiliana dove le varie riforme hanno riformato l’irriformabile senza cambiare strutturalmente il sistema la scuola sarà sempre considerata la “cenerentola” della società, istituzione in cui la meglio la avranno gli alunni spalleggiati dai genitori e i perdenti saranno solo i docenti stritolati nei tritacarne dei dirigenti scolastici e dei genitori. Nella scuola di oggi non si riesce più a fare una lezione seria e professionale: chi ride, chi scherza, non si può fare un discorso vero, bisogna sempre interrompere la lezione perché qualcuno deve trovare sempre il momento per creare una situazione di disturbo.

Insomma una giornata di lezione serena e tranquilla con alunni attenti, silenziosi, interessati all’argomento che l’insegnante sta affrontando non è più possibile.

Sembra ormai che fare una lezione professionale sia un remoto ricordo che appartiene ad un sistema scolastico morto e sepolto per sempre. Tutto ormai è diventato vacuo, evanescente, relativo, appariscente (basta che mi metto in mostra) senza tenere conto che la sostanza vera della scuola non è quella di apparire ma di essere, cioè di fare il proprio dovere tenendo di mira la formazione umana e intellettuale degli alunni.

Quella cioè di insegnare le abilità di base, si sapersi muovere nel mondo, di dare loro le conoscenze essenziali per affrontare adeguatamente un percorso universitario e poi trovare il lavoro giusto per le proprie aspirazione.

Mario Bocola

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